Il frustingo: l’amato dolce natalizio del Piceno

di AMERICO MARCONI –

C’è un adagio che dice: “Il frustingo è più antico del Natale”. Difatti il frustingo, dolce tipico natalizio delle zone picene, deriva direttamente dal panis picentinus (pane dei Piceni). Plinio il Vecchio, nel I secolo dopo Cristo, lo descrive  nella Naturalis Historia “Dopo aver fatto macerare per nove giorni, il decimo lo impastano con succo di uva passa, e fanno una sfoglia; poi lo cuociono in forno in vasi che si rompono al fuoco. Lo si può mangiare solo inzuppato, in latte e miele”. Nei secoli si aggiunsero numerosi ingredienti e per di più esotici :caffè, cacao, rhum, cannella, noce moscata.

Il nome frustingo origina dal latino frustum che significa pezzo o da frusto che vuol dire povero. In realtà oggi è tornato ad essere un dolce esclusivo come al tempo dei Piceni e dei Romani che tanto lo apprezzavano.

Fino a qualche decina di anni fa il frustingo (o fristingo) si poteva assaggiare soprattutto nelle case che ne conservavano la tradizione . La seguente ricetta è stata copiata da appunti scritti a mano su fogli ingialliti dal tempo, ma rimasti vivi nelle mani e nel cuore di generazioni. Generazioni di donne che sapientemente, anno dopo anno, realizzano lo scuro e profumato dolce.

Ingredienti

750 gr di fichi secchi (bianchi e) neri

400 gr di misto di noci e mandorle

200 gr di uvetta passa

300 gr di canditi misti di arancia, mandarino e cedro

1 cucchiaio di caffè macinato

200 gr di caffè espresso

90 gr cioccolato grattugiato (o cacao)

160 gr di miele (o zucchero)

1 bicchiere di rhum

1 bicchiere di liquore a base di anice (tipo Anisetta)

vino bianco e 2 bicchieri di vino cotto (anticamente al posto del vino cotto si usava il mosto cotto)

2 bicchieri di olio extra vergine di oliva

buccia tritata di limone, arancio

1 pizzico di noce moscata,1 pizzico di cannella

un pizzico sale e uno di pepe

70 gr di farina, 150 gr di pane grattugiato integrale

Istruzioni

Se i fichi sono duri tenerli a bagno in acqua tiepida dalla sera prima. Poi farli bollire in vino bianco  fino a che non siano ben morbidi, scolarli e asciugarli. Tagliarli a pezzetti in una terrina, unendo l’uvetta, il miele (o lo zucchero) e i canditi tritati. Le mandorle saranno state sbucciate e vanno tritate con le noci. Aggiungere il cioccolato, il caffè espresso e il caffè in polvere, il liquore misto, il vino cotto e l’olio. Insaporire con sale, noce moscata, cannella e scorza di arancia e limone grattugiate. Impastare il tutto con le mani mettendo un po’ di acqua calda, la farina e un po’ di pane grattugiato. Quando il composto è ben amalgamato, dalla sua consistenza dipenderà la bontà del dolce, metterlo in una teglia possibilmente di alluminio ben oliata e spolverata con il pane grattugiato. Livellarlo e decorare la superficie con mandorle, noci e canditi .

Cuocere in forno a 180 ° per circa 40 minuti, da controllare dopo circa 30 minuti per vedere se il dolce è asciutto. Nel passato il frustingo veniva preparato in teglie più larghe, alte, rotonde, con molto più olio e cucinato nel forno a legna.

Questa ricetta proviene da famiglie residenti a San Benedetto del Tronto e Grottammare; ma ne esistono molte varianti che dimostrano come sia un dolce in cui la fantasia e l’esperienza trovano un magico connubio.