Il 13 dicembre si festeggia Santa Lucia, vergine e martire

Santa Lucia (Francesco del Cossa, 1473, National Gallery Washington)

di AMERICO MARCONI –

Il 13 dicembre si festeggia Santa Lucia, vergine e martire. Tanti sono i paesi che fanno festa tra fiere e bancarelle. A Rotella, Acquaviva Picena, San Benedetto del Tronto fino a qualche decennio fa si accendevano falò nei centri abitati e nelle campagne. E un chiarore rischiarava il buio pomeriggio. Questo perché: «Santa Lucia è il giorno più corto che ci sia». Anche se astronomicamente il più breve è il 21 dicembre, giorno del solstizio d’inverno. Comunque è il periodo che proclama la vittoria della luce sulle tenebre. Difatti il nome Lucia significa “la nata con le prime luci dell’alba”. E anche “la portatrice di luce”. Lucia nacque a Siracusa alla fine del III secolo da una nobile e ricca famiglia. Avendo perso da bambina il padre, fu educata nella religione cristiana da sua madre Eutichia.

Crescendo Lucia divenne bellissima, con occhi luminosi e chiari. Da grande decise, all’insaputa della madre, di mantenere perpetua la sua verginità. Ignorando questo segreto la buona Eutichia, cercò e trovò alla figlia uno sposo. Il giovane Timbrione, nobile e ricco ma non cristiano. Lucia, non volendo manifestare il suo segreto alla mamma, cercò pretesti per rimandare le nozze. Nel frattempo Eutichia si ammalò gravemente e a nulla servirono  medici e farmaci. Su consiglio di Lucia, madre e figlia decisero di andare in pellegrinaggio a Catania sulla tomba di Sant’Agata. Davanti alle sante reliquie Lucia sentì nel cuore di dover rimanere fedele al voto fatto per ottenere la guarigione della mamma. Tornate a Siracusa, Lucia si confidò con la madre guarita che la lasciò libera di rispettare il suo voto di castità.

Così non la pensava Timbrione che si vendicò denunciando Lucia come cristiana. Erano i tempi della persecuzione di Diocleziano e il prefetto romano Pascasio la imprigionò. Non riuscendo a smuoverla dalla sua decisione minacciò di richiuderla in un bordello. La risposta di Lucia fu talmente chiara che San Tommaso la citerà nel suo trattato morale: «Il corpo non è contaminato se l’anima non consente. Se mi farai violare contro il mio volere, la mia castità meriterà una doppia corona». Fu allora che iniziarono le torture sempre più crudeli e continue. Fino a quando, ferita con un colpo di spada alla gola, morì. Era il 13 dicembre dell’anno 304. Si racconta che i persecutori abbiano strappato i bellissimi occhi a Lucia. Organi della luce fisica. Infatti è rappresentata con i due occhi in un piattino. Per questo da sempre è protettrice dei sofferenti di vista. Per Dante, nella Divina Commedia, Santa Lucia con “li occhi suoi belli” è il simbolo della luce spirituale che guida l’uomo nell’ascesa verso Dio. Una luce che sempre  ha il sopravvento sulle tenebre delle passioni e del male.

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Santa Lucia (Vincenzo Pagani, 1525, Pinacoteca di Sarnano)