Unicam, mangimi innovativi per acquacoltura da scarti agricoli. Progetto coordinato dal prof. Sauro Vittori

di REDAZIONE –

CAMERINO – Si scrive AgrI-fiSh, si legge applicazione del concetto di economia circolare al settore agroalimentare con l’obiettivo di produrre mangimi innovativi e sostenibili da impiegare in attività di acquacoltura resiliente, anche in territorio montano, utilizzando prodotti di scarto principalmente di agricoltura biologica. É questo l’obiettivo del progetto che vede come capofila l’Università di Camerino con il coordinamento del prof. Sauro Vittori della Scuola di Scienze del Farmaco e dei Prodotti della Salute, e che ha recentemente ottenuto un finanziamento da parte della Fondazione Prima. Ad Unicam si affianca un partenariato composto dall’Università di Tiaret in Algeria, dall’Università di Valencia in Spagna e dal CNR-IRBM di Ancona.

I ricercatori coinvolti lavoreranno quindi per mettere a punto un mangime quasi totalmente vegetale che derivi da scarti di agricoltura definita climate-smart agriculture e biologica quali vinaccioli, cereali e legumi con l’aggiunta di erbe medicinali e complessi latto-biotici. Si è voluto utilizzare come “ingrediente principale” del mangime il materiale di scarto agricolo sia per evitare la competizione tra l’alimentazione umana e quella animale, ma anche perché gli stessi rappresentano quantità importanti che per le aziende comportano ingenti spese per lo smaltimento.

Il mangime che sarà realizzato avrà quindi un alto valore aggiunto perché, provenendo da scarti di qualità, sarà molto più ricco di composti attivi antiossidanti, caratteristica che consentirà di migliorare la salute del pesce riducendo o addirittura azzerando la necessità di interventi curativi con antibiotici e simili: tutto ciò si riverbererà sulla salute del consumatore, nell’ottica di quello che viene definito approccio “One Health”.

«Siamo naturalmente molto soddisfatti – ha sottolineato il prof. Sauro Vittori – per il risultato ottenuto, che conferma la qualità della ricerca Unicam in tematiche di stringente attualità riguardanti l’economia circolare e la sosteniblità, nel nostro caso particolare nel settore dell’agroalimentare. Vorrei sottolineare che l’approccio che prevede l’unione di agricoltura e acquacoltura dovrebbe essere ovvio e naturale, ma a volte i due settori vengono separati nei bandi soprattutto locali e nazionali: questo nostro approccio è stato definito dai valutatori del progetto un importante punto di forza e di questo ne siamo fieri».

«Vorrei infine ringraziare – conclude il prof. Vittori – tutti i partner coinvolti, e rivolgere un particolare ringraziamento, nell’unità di ricerca Unicam, alla collega Alessandra Roncarati della Scuola di Bioscienze e Medicina Veterinaria, che con il suo expertise nell’acquacoltura ha aggiunto valore al progetto, e soprattutto la mia collaboratrice Germana Borsetta, che ha avuto l’idea originale alla base del progetto e che, con le sue competenze e la sua tenacia, ne ha coordinato la stesura».

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