Addio a Ezio Bosso, il pianista che aveva incantato il mondo

di ROSITA SPINOZZI –

«La musica ci insegna la cosa più importante che esista: ascoltare. La musica è come la vita, si può fare in un solo modo: insieme». Mi piace ricordare il pianista torinese Ezio Bosso con le sue stesse, illuminanti parole. Ci ha lasciato, Ezio. Silenziosamente. Aveva 48 anni e conviveva dal 2011 con una malattia neurodegenerativa. Restammo tutti folgorati dalla sua esibizione in qualità di ospite d’onore al Festival di Sanremo 2016 quando, oltre a deliziarci con la sua composizione Following a Bird, condivise con il pubblico la sua personale esperienza di uomo sofferente per cui la musica era unicamente fonte di bellezza, amore e gioia. La sua ultima esibizione è stata alla Capella di Barolo. «Non posso più suonare. Se mi volete bene, smettete di chiedermelo», queste le sue parole nel 2019. La malattia aveva preso il sopravvento sul corpo, ma non nella sua anima. Il sorriso di Ezio ha sempre mantenuto la sua luce, egli stesso era musica. Ed anche in silenzio, osservarlo era un po’ come ascoltare una sinfonia.

Bosso è il pianista che più mi ha emozionato. E non soltanto per il suo straordinario talento, ma per la sua semplicità, il suo modo di essere, la sua umiltà, la sua grande intelligenza. Direttore d’orchestra, compositore e pianista, Bosso era un artista vero che, dietro ogni nota, aveva sempre un messaggio mai scontato da dare. Smettere di suonare perché l’operazione legata alla malattia gli aveva compromesso l’uso delle mani è stata, senza dubbio, la sua scelta più difficile e al tempo stesso coraggiosa, ma affrontata con dignità e senza tanti giri di parole. Ezio Bosso era un uomo diretto, non amava il pietismo. Le sue parole non sono mai state disperate, ma sempre piene di speranza e strettamente legate al valore universale della musica “che non è bella, ma importante”, che “ci fa europei da centinaia di anni”.

Il suo sguardo era costantemente rivolto agli aspetti più belli della vita, tanto che neanche la sofferenza e le rinunce hanno mai spento il suo sorriso. Ezio ha incantato il mondo. Mi è difficile pensare che non sarà più nel nostro mondo terreno, dove la Sla aveva imprigionato il suo corpo. Dovunque sia ora, lo immagino libero, sereno, ad allietare il Creato con l’eternità della sua musica. I funerali si terranno in forma strettamente privata. La famiglia in una nota ufficiale ha detto che “l’unico modo per ricordarlo è, come sempre è stato e come sempre ha ribadito il Maestro, amare e proteggere il grande repertorio classico a cui ha dedicato tutta la sua esistenza e le cui sorti in questo momento così difficile sono state in cima ai suoi pensieri fino all’ultimo”. E noi così lo ricorderemo.

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