di ALCEO LUCIDI –
SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Una Palazzina Azzurra per un ospite d’eccezione: l’acclamato giallista Maurizio De Giovanni è approdato alla XXXIII edizione degli “Incontri con l’autore” in una vesta inusuale. Ha in effetti letto con vibrante partecipazione quattro passi tratti dal romanzo conclusivo del ciclo dedicato al commissario Ricciardi, ormai entrato nell’immaginario collettivo e divenuto la figura simbolo di una letteratura popolare che ha dato respiro e spessore ad un genere piuttosto bistratto in Italia: il noir.
“Il pianto dell’alba” (assieme alle altre dieci storie che lo precedono) racchiudono le vicende di un personaggio plasmato da De Giovanni, in fieri, soggetto ad una vera e propria trasformazione a contatto con gli eventi. Ricciardi deve combattere il male e sa che, per fare questo, deve cedere pezzi della sua vita o vederli inevitabilmente (s)travolti. Ricciardi non appartiene alle figure granitiche, inattaccabili della tradizione internazionale (vedi il Maigret di Simenon che vince gli eventi avendo sempre delle soluzioni pronte e delle intuizioni ineffabili), piuttosto è l’uomo fragile ed attaccabile della Marsiglia di Jean-Claude Izzo.
«Non mi sono affatto annoiato di Ricciardi – asserisce lo scrittore partenopeo ieri accompagnato alla chitarra dal maestro Claudio Infriccioli – e non ho risentimenti nei suoi confronti. Avrebbe potuto continuare, seminando consensi in una curva di crescita esponenziale. Ho inteso però fare finire con lui un periodo, tutta una vicenda storica italica che di fatto arriva ad un punto di non ritorno dopo il 1934. Con l’esperienza coloniale fallimentare fascista il paese perde il suo volto ingenuo. Resta in me la convinzione che il crimine può raccontare pezzi della storia nazionale, rappresentarne una chiave di lettura».
Dal 2009 Maurizio De Giovanni è riuscito a dispiegare una potenza di fuoco narrativa utilizzando ad arte tutti gli espedienti del racconto con l’introduzione degli elementi naturali, come il vento che entra in scena come un vero protagonista, i profumi e i sentori di una Napoli dai mille volti. «Nella letteratura devono essere coinvolti tutti i sensi.- spiega – L’autore deve essere una guida che accompagna i lettori in un viaggio, un’esperienza». L’incontro chiude il ventunesimo appuntamento. Si riprenderà lunedì 29 luglio con Mario Giordano.
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