Unicam in prima linea per il contrasto alla dipendenza da oppiodi

Il prof. Roberto Ciccocioppo, della Scuola di Scienze del Farmaco e dei Prodotti della Salute di Unicam

di REDAZIONE –

L’Università di Camerino è l’unico ateneo in Italia ad aver ottenuto un finanziamento dal National Institute of Health americano. Il progetto ha durata quinquennale ed è stato finanziato complessivamente per un totale di 2,5 milioni di dollari, 400 mila dei quali saranno a disposizione di Unicam –

CAMERINO – Ancora successi per la ricerca dell’Università di Camerino.
Il gruppo di ricerca guidato dal prof.Roberto Ciccocioppo, della Scuola di Scienze del Farmaco e dei Prodotti della Salute di Unicam, che da anni si occupa brillantemente e con successo di ricerche nel settore della neurofarmacologia, ottenendo eccellenti risultati e prestigiosi riconoscimenti, è entrato a far parte di un progetto internazionale, nato dalla collaborazione tra Unicam, Medical University of South Carolina, University of California di San Diego, Queen’s University di Belfast, finanziato dal “National Institute of Drug Abuse” (NIDA), l’organismo governativo americano che guida le politiche di prevenzione della dipendenza da sostanze e coordina le attività scientifiche relative allo sviluppo di nuove terapie e allo studio delle basi neurobiologiche e genetiche di questo disturbo.

«Si tratta di un risultato assai prestigioso – ha sottolineato il prof. Ciccocioppo – poiché permetterà al nostro gruppo di ricerca di lavorare in collaborazione con i migliori laboratori americani che si occupano di problematiche inerenti la dipendenza da sostanze. La soddisfazione è ancora maggiore se consideriamo che il nostro Ateneo è l’unico in Italia non solo ad essere entrato a far parte di questo consorzio, ma anche a ricevere finanziamenti dal National Institute of Health, che comprende anche il Nida».

Il progetto, nello specifico, avrà come obiettivo quello di effettuare una analisi genetica su oltre mille campioni di Dna con lo scopo di individuare i geni specifici che predispongono oppure proteggono dallo sviluppo di dipendenza da oppioidi, per poter avviare strategie preventive e sviluppare terapie innovative. Saranno, poi condotte analisi epigenetiche per identificare l’impatto dell’ambiente su questi geni.

«I dati raccolti – ha sottolineato il dott. Nazzareno Cannella, ricercatore presso la Scuola del Farmaco di Unicam e responsabile della conduzione dello studio – saranno utili per l’implementazione di strategie preventive e per lo sviluppo di nuove terapie per la dipendenza da oppioidi. Dai dati raccolti ci si aspetta inoltre di ottenere informazioni utili ad ottimizzare le terapie del dolore che fanno uso di farmaci analgesici narcotici, quali ad esempio morfina e idrossicodone. Conoscere la vulnerabilità individuale all’eventuale sviluppo della dipendenza permetterà, infatti, al medico di scegliere più correttamente, personalizzandola, la terapia ed il farmaco da usare».

Negli ultimi anni, l’uso di sostanze oppioidi è aumentato esponenzialmente, tanto che negli Stati Uniti si parla di “Opioid Epidemics”, non solo negli Stati Uniti, ma nell’ultimo periodo anche in Europa, interessando in particolar modo la popolazione giovanile; anche dal punto di vista sociale, dunque, è necessario provare a frenare questa crescita. Il progetto ha durata quinquennale ed è stato finanziato complessivamente per un totale di 2,5 milioni di dollari, 400 mila dei quali saranno a disposizione di Unicam.

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