di REDAZIONE –
SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Sabato pomeriggio, pubblico delle grande occasioni che ha respirato bellezza a pieni polmoni, attraverso e grazie le opere dell’artista Maurizio Romani. Nella sede museale della Palazzina Azzurra, la curatrice Rosalba Rossi ha aperto la mostra “Il respiro dei fiori” dando il benvenuto a tutti i presenti insieme alla sentita accoglienza del sindaco Pasqualino Piunti. Sono seguiti un magistrale intervento della professoressa Agnese Monaldi, quello della storica dell’arte Simonetta Simonetti e l’elegia nobile e rara della poetessa e critica letteraria Rossella Frollà. Presenti, tra il pubblico il mecenate Alfredo Paglione, i pittori Gigino Falconi e Daniela Acciarri, il docente di Storia dell’Arte Marino Capretti e Matteo Caviglioni disegnatore stilista di Abiti Emozione. I visitatori sono rimasti incantati dalle opere di Romani, accuratamente collocate da un allestimento scrupoloso e suggestivo (curato dall’architetto Franco Mercuri e da Francesca Amadio) che ha dato risalto alle magnifiche ed improbabili composizioni floreali del maestro, ricche di significati e simboli nascosti. Infiorescenze oniriche, aggruppamenti di fiori ammassati l’uno accanto all’altro con una disposizione irreale ma tipicamente ricorrente in questa nuova maniera dell’artista. Rappresentazioni dai contorni indefiniti, non finiti, sfuggenti. Evanescenti, “come – secondo il pensiero dell’artista- la bellezza che ci circonda e la realtà in cui viviamo, di cui non riusciamo ad avere il controllo e a fermare alcunché. Tutto cambia repentinamente e ci sfugge dalle mani, prima di riuscire a comprenderne pienamente l’essenza”. Eppure, parafrasando Muriel Barbery, la bellezza la si coglie nelle grandi e nelle piccole cose che, come le prime, sono destinate a morire ma, senza nessuna pretesa, sanno incastonare nell’attimo una gemma di infinito.
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