Madonna del Soccorso, Urbinati: «Nessuna notizia sul ripristino dei servizi. Pericolosa incertezza»

di REDAZIONE –

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – «È ormai evidente l’intenzione degli attuali vertici politici regionali di mantenere tutti gli interventi del reparto di otorinolaringoiatra al Mazzoni di Ascoli Piceno. Siamo ormai una regione Covid Free e  nulla si sa del ripristino totale di servizi al Madonna del Soccorso». É quanto afferma Fabio Urbinati, coordinatore regionale di Italia Viva. Che aggiunge: «Durante la prima ondata, tra 1000 proteste, ci fu chiarezza e trasparenza, sia nell’indicare i tempi, si nelle modalità del ripristino dell’ospedale che ad inizio estate 2020 era totalmente operativo. Oggi invece siamo in una assoluta e pericolosa incertezza. La Regione sta denotando totale disinteresse per il Madonna del Soccorso, mentre al contrario si notano accorati appelli per il potenziamento di strumentazioni e personale del Mazzoni di Ascoli Piceno. Il nosocomio sambenedettese è in una situazione di precarietà mai vista in precedenza».

«Vorrei sommessamente ricordare al centro destra locale, a tutte le forze politiche e a tutti i comitati cittadini (tra cui primeggiavano alcuni candidati sindaci attuali che oggi sembrano aver dimenticato il nostro ospedale) che il primo atto concreto de questa giunta regionale è stato quello di trasferire il progetto di Orto-Geriatria dal Madonna del Soccorso al Mazzoni di Ascoli Piceno, nonostante in Riviera sia anche arrivato il nuovo primario di ortopedia. – continua Urbinati – L’ulteriore prova di tutto questo è l’ormai paradossale situazione del reparto Otorinolaringoiatra che a San Benedetto gode di una grandissima tradizione. Da tempo è tutto pronto per poter effettuare gli interventi programmati in riviera così da poter abbattere le liste d’attesa ormai lunghissime. Nulla si muove e nulla più si sa. Perlomeno noi non intendiamo farci prendere per il naso da questi rappresentanti regionali totalmente assenti sui temi sanitari. Ormai il grande inganno dei comitati “apolitici” è finito, speriamo solo che il danno non sia irreparabile».

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