“Psiche in Comune”, il dott. Claudio Cacaci: «Non esistono droghe leggere. No alla legalizzazione»

di REDAZIONE –

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Ultimo appuntamento del 2019 per “Psiche in Comune”, il ciclo di conferenze con cadenza mensile, proposto dal maggio 2017 dall’Amministrazione Piunti, Assessorato alle Pari Opportunità, al fine di offrire alla cittadinanza occasioni formative per contrastare “l’Analfabetismo Psicologico” e promuovere scelte consapevoli. «Si tratta di una serie di conferenze in cui vengono ripresi i disagi più comuni che deturpano l’esistenza delle persone, oggetto principe delle politiche sociali e della sanità,  per riflettere insieme ad esperti in merito alle sottostanti implicazioni anche psicologiche. – spiega l’assessore Antonella Baiocchi, promotrice del ciclo – Sono occasioni psicoeducative che ritengo un mezzo fondamentale per onorare gli obiettivi di amore pace armonia e pari opportunità sottostanti alle deleghe che mi  sono state affidate».

Questo ultimo appuntamento, moderato dalla giornalista Laura Ripani, trattava il delicato  argomento “Legalizzazione delle droghe leggere; giovani, fragilità emotive ed insidie”. Relatore d’eccezione è stato il dott.Claudio Cacaci, direttore del  dipartimento dipendenze patologiche Area Vasta 5,  il quale, anche sollecitato dalla consigliera Brunilde Crescenzi e dal pubblico, ha offerto interessanti informazioni e spunti di riflessione. Il dottor Cacaci condanna ogni qualsivoglia uso di droghe non strettamente legato da motivazioni mediche, come ad esempio il sollievo dal dolore nei malati terminali. «Non esistono droghe leggere – ha sottolineato – le droghe sono droghe e l’appellativo “leggero” è da considerarsi un subdolo tentativo per trarre in inganno le persone al fine da incrementarne il consumo».

«L’uso acuto di cannabis è correlato a disturbi del funzionamento cognitivo, della memoria recente, dell’attenzione, della vigilanza, dell’apprendimento verbale e dell’orientamento nel tempo e nello spazio. – spiegano gli organizzatori – L’uso cronico di cannabis è correlato invece con l’insorgenza di patologie psichiche e psichiatriche: ansia, depressione, ideazione  suicidaria, ideazione paranoide, comportamenti antisociali, psicosi, schizofrenia. Gli effetti deleteri del consumo frequente di cannabis aumentano esponenzialmente nei consumatori di età precoce (tra i 14 e i 20 anni) dove si assistono anche ad alterazioni organiche  significative  del cervello. Sono reazioni correlate che stanno diventando particolarmente frequenti ed aggressive a causa delle attuali potenti varietà di cannabis oggi in circolazione, quali la Skunk e la Netherweed. A causa del sequestro del tessuto lipidico possono essere necessari fino a 30 giorni perché la quantità THC contenuta in uno spinello venga eliminata completamente. Ne consegue che un consumo regolare anche settimanale porta ad un accumulo della sostanza  nell organismo con deleterie conseguenze».

Durante l’incontro si è riflettuto sui pro e contro della legalizzazioe e del proibizionismo delle droghe. Perentoria è stata l’opinione della dott.ssa Baiocchi: «La scelta di assumere droghe, e qualsiasi altra sostanza dopante, non per  motivi di dolore fisico estremo,  denuncia la fragilità interiore di chi l’assume.  Se si è una persona con un’identità forte – e il  significato  di identità forte  ha anche a fare con la capacità di tollerare le frustrazioni  e i fallimenti, di governare le proprie pulsioni senza lasciarsi trarre in inganno “dai canti delle sirene”, di sapere apprezzare i sapori tiepidi della vita, di distinguere il bene dal male, di accettare la Fallacità di se stessi e degli altri – non ci si rifugia negli anestetici per alleviare  le frustrazioni della vita o in scorciatoie per gestirne le difficoltà».«

Purtroppo l’Analfabetismo Psicologico fa pullulare il mondo di  persone fragili che non hanno “paletti interni” per resistere alle tentazioni e alle insidie della vita. – continua l’assessore Baiocchi –  Gran parte dei genitori, attraverso stili educativi fallaci, generano figli fragili che diventano facili vittime dei pericoli che poi trovano fuori dalle mura domestiche. Sulla base di questa evidenza, uno stato che ha a cuore il benessere collettivo dovrebbe attrezzarsi a mettere dei “paletti esterni” rendendo più difficoltoso l’accesso ai pericoli cui la persona non è attrezzata a resiste vietandone l’utilizzo. Considero incivile uno stato che “ingrassa” sulle fragilità delle persone: aggiungere la liberalizzazione delle droghe, accanto alle sigarette, all’alcool, al gioco d’azzardo, è a mio avviso un atto di estrema inciviltà».

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