“Vuoti d’aria”, vetrina di arte contemporanea al CineTeatro San Filippo Neri

di REDAZIONE –

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Flush Dance Company e Caleidoscopio danno vita alla seconda edizione di “Vuoti d’aria”, interessante vetrina dedicata al teatro, alla danza d’autore e al teatro danza, che si svolgerà nel mese di maggio a San Benedetto del Tronto. Il fine è proprio quello di creare un’opportunità di visibilità e confronto per artisti singoli, gruppi, compagnie e associazioni. “Vuoti d’aria” si sviluppa grazie alla candidatura dei numerosi artisti che, da tutta Italia, hanno risposto al bando e tra i quali è stata effettuata una lunga selezione che ha portato alla scelta dei nove artisti presenti in programma. La vetrina ha, poi, l’intento di coinvolgere il pubblico che, diretto partecipante delle serate, potrà scegliere di divenire giudice di una giuria che decreterà il vincitore dell’edizione. A tal proposito è possibile candidarsi come giudice  tramite il sito https://vuotidariasbt.wixsite.com/bando2018. “Vuoti d’aria” si svolgerà nelle serate del 3, 4 e 5 maggio presso il CineTeatro San Filippo Neri di San Benedetto del Tronto. La serata del 3 maggio (ore 21) sarà dedicata al teatro contemporaneo, quella del 4 maggio (ore 21) alla danza d’autore e quella del 5 maggio (ore 17) al teatro-danza. Durante le tre serate gli artisti presenteranno degli estratti delle loro produzioni e il vincitore avrà l’opportunità di portare in scena lo spettacolo, nella sua versione integrale, all’interno della Stagione teatrale 2019/2020 del Cineteatro San Filippo Neri.

IL PROGRAMMA
VENERDI’  3 MAGGIO
“Lacrime”
ideato da Enza Curto con interpreti Enza Curto, Francesca Stomeo, Fiorenza Giordano. Produzione: Duende Teatrodanza. “Lacrime” è un racconto del vissuto di donne: bambine, adolescenti, spose, vittime. Il racconto dell’omertà che alcune donne esercitano per occultare la violenza subita tra le mura domestiche pur di “dimostrare” una falsa serenità che non turbi la quotidianità familiare.

“Creaturamia…” di e con Marianna Esposito. Assistente alla regia: Annalisa Falchè, attrice. “Creaturamia…” è un omaggio al coraggio e all’ottimismo di una madre, che lotta e sogna e ride e cade e cade, ma resta in piedi e spera in un futuro migliore nell’odissea di un figlio tossicodipendente. Una mamma che non vuole chiedersi se il bicchiere sia mezzo pieno o mezzo vuoto, ma usa tutte le forze che ha per riempirlo, ad ogni costo. Un omaggio a tutti i lottatori d’amore.

“Mi chiamo Maris e vengo dal mare”, interprete: Chiaraluce Fiorito. Progetto drammaturgico: Melania Manzoni. «Maris non è un personaggio di fantasia e la sua storia non è una fiction. – spiega l’interprete – L’abbiamo conosciuta allo Sprar di un paese della Sicilia Orientale e abbiamo deciso di raccontare insieme alla sua storia anche quella di molte altre donne – immigrate – schiave – vittime di tratta e di violenza di genere. Venduta, costretta a prostituirsi rimane incinta, viene poi messa su un barcone e spedita in Italia, dove – grazie al sistema di accoglienza – si salva definitivamente dallo sfruttamento».

SABATO 4 MAGGIO
DANZA – “Lumen me lumen”, Coreografia ed Interprete: Simona Perrella, Produzione: Asmed- Balletto di Sardegna. “Lumen me lumen” è il primo stadio di un progetto che si pone l’obiettivo di indagare la relazione tra il corpo, la luce, l’ombra, il chiaroscuro ed il luogo. Un corpo-performer cerca di abitare uno spazio “già dato” in un tempo eterno ed etereo, uno spazio diurno e notturno in cui il corpo si relaziona a delle memorie passate e future, a ricordi di viaggi e di persone, e si interroga sulla possibilità di ricercare ed emanare luce.

“Road”, Coreografia ed Interpreti: Alessandro Pustizzi e Giulia Manenti. “Road”, un viaggio, un viaggio veloce, riflessivo ed esoterico, animati da una infinita ansia di vita e di esperienza. Rivelazioni, incontri, scontri e prese di coscienza per comprendere fatti che si verificano nella sfera dell’esperienza individuale o che si prospettano in un futuro più o meno vicino, cercando di dare vita ad una storia autentica dai ritmi tesi e coinvolgenti.

“Gluten Free”, Coreografia ed Interpreti: Jessica D’angelo e Sara Cavalieri. “Gluten Free” nasce dal bisogno di denunciare un dramma che spesso viene confuso con un capriccio. Nasce da una esperienza quotidiana, concreta che presenta molti ostacoli. Quali sono le difficoltà che un celiaco deve affrontate ogni giorno? In cosa si sente diverso e in che modo alcune disattenzioni fatte nei luoghi di ristorazione possono nuocergli? Quali sono le differenze economiche per chi è affetto da celiachia rispetto a chi non lo è? Come ci si sente quando si sta male?

DOMENICA 5 MAGGIO
TEATRO DANZA – “Never/Land”, Regia e Coreografia: Maria Melissa Zuccalà. “Never/Land”, la terra che non ti vuole. In un epoca dove il problema sociale principale pare essere l’immigrazione, in realtà esiste una condizione di sofferenza ben più grave; l’esatto opposto: l’emigrazione. Viviamo in un contesto che, difficilmente premia l’eccellenza a discapito della mediocrità. Un mondo dove l’omologazione fa da padrona e, l’alternativa è l’allontanamento dalla propria terra di origine. Poco lavoro, poche opportunità, poco entusiasmo; solo tante difficoltà.

“What the Healt”, Coreografia: Kollettivo Kairos 1,7. Interpreti: Marcello Francolini, Vittoria Guarracino, Silvia Autorino, Mariangela Milano. Nell’attuale società dei consumi, ad essere consumata più di tutto è proprio la consumazione: il cibo, l’alimentazione. C’è una sovrapproduzione, si esagera fino all’eccesso che è poi in fondo un accumulo, una profusione, un senso sconfinato della provvista. Tutto quest’accumulo, appesantisce il corpo quanto la mente, mettendo peso ai piedi dello spirito. Vi è oggi attorno a noi un’evidenza fantastica del consumo ed dell’abbondanza, costituita dal moltiplicarsi di cibi che si specializzano nell’irrilevanza proteica mascherata da una chimicità sopraffina.

“Small Talk”, Coreografia: Maria Vittoria Feltre Francesca Valeri e Sussanah Iheme. Interpreti: Gruppo M.U.D. Si parla di relazioni umane scarnificate, evitando volontariamente l’incontro e l’interazione tra i corpi in movimento, di comunicazione frivola e insapore attraverso dialoghi mai faccia a faccia, di ansie ed inquietudini che si trasmettono ricreando un’ambientazione sonora e visiva ovattata e innaturale.

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