Congresso Mondiale di quali famiglie? L’esempio di Luca Trapanese

di ELIANA NARCISI (ELIANA ENNE) –

Sabato prossimo sposteremo le lancette dell’orologio un’ora avanti, ovunque tranne che a Verona, dove invece le tireranno indietro di qualche secolo. Dietro la parvenza di un presunto Congresso Mondiale della Famiglia, si ritroveranno omofobi, sessisti e razzisti provenienti da ogni dove, gente che definisce i gay come posseduti dal demonio che andrebbero sterminati, che accusa le donne lavoratrici di aver distrutto la vita ai figli e che auspica l’approvazione di un ben noto disegno di legge che le renderà assai difficile, se non impossibile, separarsi dal marito anche se gonfia di botte lei e i bambini. A sostenere questa giornata ci saranno anche un Ministro divorziato che ha avuto due figli da due donne diverse e che attualmente convive con un’altra donna ancora e una deputata che ha avuto un figlio al di fuori del matrimonio. Insomma, proprio degli esperti di “famiglia tradizionale”.

Ora, io penso che tutti vorremmo il meglio per i figli, a prescindere da luoghi comuni e pregiudizi. Allora vi racconto la storia di Luca Trapanese che, da quando aveva quattordici anni, fa il volontario per associazioni come Ruota libera che si occupa di bambini down, Borgo Sociale e Casa di Matteo, che accolgono anche bimbi gravemente malati. La sua è una scelta di vita precisa: mettersi a disposizione di chi dalla vita purtroppo ha ricevuto meno opportunità. Qualche tempo fa decide di iscriversi al registro speciale che consente anche ai single di adottare bambini, ma solo quelli in condizioni di salute molto particolari. Già, perché lo Stato sa bene che se un bambino è malato, disabile, sarà difficilissimo che una coppia sposata vorrà amarlo. E finalmente un anno fa Luca è riuscito ad adottare Alba, una bimba down già rifiutata da decine e decine di coppie eterosessuali.

A chi gli ha chiesto cosa le dirà quando sarà grande, Luca ha risposto: «Che sua madre l’ha amata così tanto da lasciarla in Ospedale, perché sapeva che sarei andato io a prenderla». Luca Trapanese è single ed è gay, ma in questa storia c’è tutto l’amore che rende possibile essere famiglia. Perché famiglia significa che nessuno viene lasciato indietro.

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