Farmaci salvavita introvabili a San Benedetto, Core scrive al senatore Fede

Elio Core, presidente dell'Associazione Punto Aiuto Cittadino

di REDAZIONE –

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Farmaci salvavita introvabili nelle farmacie di San Benedetto del Tronto, con relativo grave disagio dei cittadini. A lanciare l’appello è Elio Core, presidente dell’Associazione Punto Aiuto Cittadino, che scrive una lettera al senatore Giorgio Fede. Di seguito riportiamo il testo:

«Gentile senatore, a seguito di numerose segnalazioni pervenute all’Associazione Punto Aiuto Cittadino, della quale sono Presidente, le rappresento il disagio di numerosi cittadini del territorio della Città di San Benedetto del Tronto e non solo. Essi riferiscono al fatto che, da molti giorni, importanti farmaci salvavita quali il Tripliam e il Questran, risultano essere introvabili nelle farmacie locali e in quelle limitrofe. I pazienti che usano questi farmaci sono costretti a cambiare terapia o debbono attivarsi personalmente, telefonando alle farmacie di altri territori nella vana speranza di trovare qualche flacone rimasto in giacenza o ricorrere alla farmacia Vaticana con aggravi di costi e disagi alle famiglie».

«Le motivazioni che hanno indotto le case farmaceutiche a sospendere tali prodotti, spero in forma temporanea, sono sconosciute. – scrive Elio Core – Tuttavia, simili accadimenti restano incomprensibili in un sistema Sanitario Nazionale riconosciuto, universalmente, uno dei migliori al mondo. Con la presente, si vuole riaffermare, il principio che la salute è un diritto sancito dalla Costituzione Italiana, attraverso il quale ogni cittadino ha il diritto di essere curato e assistito nella malattia, compreso il reperimento dei farmaci messi a disposizione dal Sevizio Sanitario Nazionale, a fronte di tributi pagati dalla collettività, sempre più onerosi».

«Sulla base di quanto in premessa,- conclude Core – Le chiedo di conoscere le cause della sospensione dei farmaci in oggetto e La invito a porre in essere tutte le iniziative di legge a Lei consentite, al fine di eliminare disagi per i pazienti, per le famiglie, per la comunità».

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