I giornalisti di Spielberg sbarcano nelle sale con “The Post”

di EUGENIO DE ANGELIS –

Un po’ a sorpresa Luciano Ligabue primeggia al botteghino dell’ultimo weekend con il suo Made in Italy che sfiora il milione e mezzo. Altrettanto buono è l’esordio per L’uomo sul treno che supera il milione, mentre continua a stupire L’ora più buia che arriva a sfondare il tetto dei due milioni e mezzo complessivi. Chiamami col tuo nome, il film di Guadagnino candidato agli Oscar, pur fermandosi a 700.000 euro, fa invece registrare la migliore media per sala tra i film della settimana, un ottimo segno. Siamo ormai in pieno periodo “da Oscar” e di conseguenza verranno distribuiti nelle prossime settimane anche in Italia tanti film americani di rilievo.

Tra questi va sicuramente annoverato l’ultimo lavoro dell’infaticabile Stephen Spielberg (tra due mesi uscirà un altro suo film) che con The Post continua la sua riflessione sui grandi capisaldi costituzionali americani, in questo caso la libertà di stampa. Meryl Streep e Tom Hanks sono infatti i protagonisti di una storia ambientata nella redazione del Washington Post all’inizio degli anni Settanta, lei prima donna direttrice del giornale, lui scorbutico capo redattore. I due si batteranno per portare a galla segreti governativi a lungo nascosti. Spielberg ha una capacità praticamente unica nel coniugare intrattenimento e impegno civile in un cinema di larga diffusione e – dai commenti entusiastici provenienti da oltreoceano – The Post sembra non fare eccezione, anche grazie a due attori di prima grandezza. Spielberg è ormai un classico vivente e, pur con alcuni alti e bassi negli ultimi anni, la sua mano dietro la macchina da presa ha sempre regalato emozioni, frutto di una carica empatica nei confronti di storie e personaggi rimasta ammirevolmente intatta in cinquant’anni di attività.

Il film italiano della settimana è invece Sono tornato di Luca Miniero, regista che non è più riuscito a replicare il successo raggiunto con il distico Benvenuti al Sud/Nord. Ci prova qui adattando pedissequamente l’originale tedesco Io sono tornato nel quale Hitler tornava – senza alcuna spiegazione logica – nella Germania moderna. Miniero prende lo stesso concept e lo applica a Mussolini, per quella che vorrebbe essere una una provocatoria satira sociale e commedia in grado di riflettere sui moderni mezzi di comunicazione. Il terreno su cui si muove è scivoloso, soprattutto in questo periodo (sarà un caso che è stato fatto uscire sotto campagna elettorale?), e purtroppo non ne esce fuori bene: le cose migliori sono quelle mutuate dall’originale tedesco (i rapporti con la televisione e la parte quasi documentaria per le strade di Roma), mentre manca il bersaglio nella parte più propriamente comica e nella retorica che sottende tutta la parte “Ideologica”. Problemi che non riguardano l’interpretazione di Massimo Popolizio nei panni del Duce, un attore molto sfruttato dal cinema italiano come comprimario ma che finalmente ha avuto l’opportunità di caricarsi un film sulle proprie spalle.

Ultima segnalazione della settimana è un’altra commedia, questa volta francese: C’est la vie – Prendila come viene di Oliver Nakache e Eric Toledano. Se i loro nomi non diranno molto ai lettori, sicuramente tutti conoscono la loro opera più famosa, quel Quasi amici che è diventato vero e proprio fenomeno planetario, Italia compresa. I due però hanno il coraggio di non riciclare la formula che ha dato loro tanto successo e si cimentano questa volta in una scatenata commedia corale che si sviluppa nell’organizzazione di un matrimonio “perfetto” durante il quale imprevisti e colpi di scena producono gag a ripetizione. L’obiettivo sembra essere stato centrato ancora una volta (20 milioni di incasso in patria), anche se i tanti riferimenti alla cultura francese potrebbero minarne un po’ la carica comica fuori dai confini nazionali, laddove Quasi amici aveva invece una componente più “universale”.

Tra le altre uscite della settimana si segnalano anche il terzo capitolo della saga young adult Maze Runner: La rivelazione che però non ha avuto grande successo in Italia (anche a causa della scarsa qualità dei film), l’horror Slumber – Il demone del sonno dell’esordiente Jonathan Hopkins e il film d’animazione per ragazzi L’incantesimo del drago.