Il forte legame cane uomo. Da Luigi ad Argo, fino alla notte dei tempi

Luigi, il cane postino di Feltre in Veneto

di AMERICO MARCONI –

A Feltre, in Veneto, tutti conoscono Luigi, il cane postino di 12 anni. La sua è una storia d’amore incondizionato, come solo i cani sanno donare. Resa nota nel drammatico periodo, che tutti abbiamo vissuto, del lockdown. In quei giorni bui la giovane proprietaria di Luigi, Maria Beatrice Buzzat, faceva indossare al cagnolino un piccolo zaino sul dorso. E lui, con allegria, andava dalla casa di Maria a quella di sua madre Anna, a trecento metri di distanza. Trasportava il giornale e generi di prima necessità all’anziana signora e tornava poi dalla sua amata proprietaria. Per lui era un gioco che ripeteva entusiasta ogni giorno in cambio di una carezza. Quando la storia di Luigi soccorritore si seppe, nel 2020 gli venne assegnato il Premio Fedeltà di San Rocco di Camogli. Una settimana fa, Maria Beatrice nota il cagnolino accasciato a terra nel giardino. Corre da lui e lo abbraccia. Luigi non riesce più a muoversi, ma ha il tempo di guardare fissa negli occhi la sua adorata amica, appoggiarle la testa sulla spalla, e morire subito dopo. Ora è sepolto in giardino avvolto nella sua copertina.

Questa storia ne suggerisce un’altra, sul cane più fedele di tutta la storia della letteratura. È quella di Argo che rivede Odisseo / Ulisse, nel XVII libro dell’Odissea. Ulisse travestito da povero e vecchio mendicante sta parlando con il porcaro Eumeo che non lo ha riconosciuto. Quando s’imbatte in un cane che giace lì accanto. Il cane alza d’improvviso la testa e le orecchie: é Argo, che da cucciolo lo stesso Ulisse aveva allevato. Adesso giace su mucchi di letame, pieno di zecche. Appena si accorge del padrone vicino, dimena la coda e abbassa le orecchie, ma non ha la forza di alzarsi. Ulisse guardando altrove si asciuga una lacrima. E chiede al porcaro Eumeo di chi sia quel cane tanto bello. E perché stia lì, abbandonato? E se fosse stato veloce o solo da compagnia. Eumeo spiega che è il cane, bravo e velocissimo ai suoi tempi, di un uomo morto lontano. Vanno poi verso il palazzo. “Ed Argo, il cane, fu assopito dalla nera morte per sempre, poi ch’ ebbe d’un tratto rivisto Ulisse, dopo vent’anni”.

Ma da quanto tempo i cani vivono con donne e uomini? Sono ben 40.000 anni. I cani discendono dai lupi che si aggiravano intorno agli accampamenti dei nostri antenati nomadi e raccoglitori. Pian piano tra loro si stabilì una collaborazione. I cani aiutavano gli uomini nella caccia e vegliavano di notte, gli uomini procuravano il cibo: di solito scarti della caccia e pure di allevamenti. In Italia i resti più antichi provengono da due siti paleolitici in Puglia e risalgono a 20.000 anni fa. La forza del loro legame affettivo è testimoniata dal fatto che spesso un uomo, una donna o un bambino si trovano sepolti insieme a un cane. Un legame che dalla vita si estende alla morte, con l’augurio di sopravviverle rimanendo per sempre l’uno accanto all’altro.

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L’opera Breath (Respiro) di Maurizio Cattelan