Clamoroso. Italia fuori dalla top 20 per la qualità della vita

di MASSIMO CONSORTI –

A Davos, dove ogni anno proprio in questi giorni, si riuniscono i potenti del mondo, la U.S. News & World Report Best Countries, presenta un rapporto sull’appetibilità economica e di investimenti  dei Paesi partecipanti. Il report prende in esame tutte le peculiarità che potrebbero rendere una nazione più interessante di un’altra e ovviamente adotta parametri scientifici simili per ogni Paese.
Come si poteva immaginare, l’Italia è prima per ciò che riguarda l’influenza culturale (seguita da Francia e Stati Uniti) e per il patrimonio di arti e tradizioni prima di Spagna e Grecia. Siamo poi secondi dietro al Brasile, nella classifica dei Paesi da visitare, poi, miseramente, prendiamo congedo.
Quando si parla di apertura verso gli affari, di imprenditoria, di riuscita degli investimenti e di trasparenza, l’Italia scompare dal radar e la sua classifica diventa a dir poco risibile. E fin qui, in tutta onestà, possiamo riconoscere al Report americano una certa attendibilità. Ma quello che non ci saremmo mai aspettati è che perfino la “qualità della vita” non rientra più fra le nostre consolidate qualità. C’è da dire, che per qualità della vita, si intende l’assetto sociale complessivo e c’è qualcuno in grado di credere che la burocrazia, la mancanza di servizi, il lavoro precario e la generale fragilità delle regole tipica del Belpaese alla fine non pesino più del clima o del cibo?
Comunque, per dovere di cronaca, il paese al mondo dove si vive meglio è la Svizzera, seguita da Canada, Germania, Regno Unito e Giappone. Gli odiati cugini francesi sono al nono posto mentre l’Italia è al quindicesimo.
L’ultima perla, o se preferite il colpo di grazia, riguarda l’influenza internazionale dei paesi partecipanti all’incontro di Davos. Ci siamo classificati al decimo posto, battuti anche dagli Emirati Arabi, sempre meglio della “potenza nuda e cruda” dove siamo diciottesimi, superati perfino dalla Svizzera che non ha un esercito e che l’unica guerra che ha combattuto è stata quella contro gli immigrati turchi e italiani.