Equinozio d’autunno, tra scienza e mitologia

di GIAMPIETRO DE ANGELIS –

Se la lingua attuale fosse ancora il latino parleremmo di aequinoctium, ovvero uguale alla notte. Ci riferiamo alla durata del giorno: esattamente uguale a quella della notte, e in ogni punto del pianeta Terra. Questo accade solo in due giorni dell’anno: nell’equinozio dell’autunno e in quello della primavera. Dodici ore di luce solare, dodici di buio. In quali giorni? Nel 2022, l’equinozio d’autunno, da un punto di vista prettamente astronomico, cade esattamente il 23 settembre e, ad essere pignoli e precisi, alle ore 3,03 del mattino (ora italiana). Al Polo Nord inizia il periodo dell’aurora boreale. L’altro equinozio sarà il 20 di marzo del 2023, con l’ingresso della primavera. Per la cronaca, il 21 dicembre avremo il giorno più corto dell’anno, con il solstizio d’inverno, mentre il 21 giugno avremo il giorno più lungo, con il solstizio d’estate. È noto a tutti che equinozi e solstizi segnano il passaggio delle stagioni, ma in modo inverso nei due emisferi. Nel nostro, quello boreale (da Borea, dio greco del vento del nord, ovvero l’emisfero a settentrione dell’equatore) dal 23 settembre inizia l’autunno, mentre nell’emisfero australe (emisfero meridionale) inizia la primavera. Gli equinozi non significano solo passaggi astronomici, ma ad essi sono legati tradizioni, miti, consuetudini. Soffermiamoci in quello che ci riguarda ora, l‘equinozio autunnale.

Simbolicamente, l’autunno rappresenta il ritorno ed è il passaggio dalla prosperità alla necessità del raccolto. C’è un bel mito greco che viene associato a questo periodo e agli equinozi. È quello che riguarda il dio degli inferi, Ade, e Kora, meglio conosciuta come Persefone, figlia di Zeus e di Demetra, dea della fertilità della natura e quindi dei raccolti. Il mito narra che Ade vuole con sé Perfefone, contro il volere della madre che si oppone in tutti i modi concessi. Ade, ricorrendo ad un inganno, riesce a trascinare la ragazza nel suo regno scatenando tutta l’ira di Demetra che, di conseguenza, porta buio e freddo e la morte di ogni produzione in natura, sconvolgendone i ritmi, impedendo la crescita e la maturazione delle messi. Interviene Zeus che trova un accordo: Persefone rimarrà con Ade nei mesi più freddi, nei quali nulla germoglia in superficie, per poi risalire e stare con la madre nei mesi più caldi, consentendo il ritorno alla fioritura e quindi, in altri termini, l’arrivo della primavera. Il mito, a dirla tutta, ha delle varianti e delle letture non sempre concordanti tra loro ma, in buona sostanza,  prevale quello raccontato.

Nella mitologia celtica abbiamo Mabon, che sta’ per giovane uomo, ed è il dio della giovinezza, della vegetazione e dei raccolti. In Giappone, l’equinozio d’autunno corrisponde ad una festa nazionale e viene festeggiato contemplando le foglie di acero che in questo periodo sono particolarmente belle. A primavera si ammireranno i ciliegi in fiore. In Cina, nel periodo dell’equinozio – ma non necessariamente nel suo giorno – si festeggia la Festa della Luna, ed è festività nazionale. In terra italiana, pur non avendo una festa nazionale, ci sono alcune tradizioni locali. In particolare in Piemonte e in Puglia dove, subito dopo il giorno dell’equinozio, si ha la festa del pane, in onore dell’Arcangelo Michele.

L’arrivo dell’autunno significa anche cambiamenti nelle persone. Se da un lato c’è un abbassamento della serotonina (da molti avvertita con un aumento di una certa melanconia o vera e propria tristezza), dall’altro c’è un rilassamento generale dovuto al rallentamento del bioritmo fisiologico. In un certo senso, è il periodo ideale per un aspetto più meditativo del quotidiano e per dedicarsi all’osservazione contemplativa. Basti pensare ai grandi cambiamenti in natura dai molti tratti poetici: le foglie che ingialliscono assumendo colorazioni e sfumature di grande fascino e bellezza. È il periodo in cui possiamo rivedere, dopo l’estate, lo stile di vita e le abitudini, per ricaricare, usando una terminologia abusata e impropria ma efficace, le nostre batterie, mentali e fisiche. E tutti, chi più chi meno, ne abbiamo realmente bisogno.

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