Il cardellino, bellissimo uccello festoso tra arte e leggenda

di AMERICO MARCONI –

In questi giorni di fine febbraio in giardino sono tornati i cardellini; con i loro colori vivaci e l’allegria dei loro canti. Beccano e volano a gruppi, festosi e cinguettanti. Al tepore del sole iniziano la stagione degli amori e si creano le coppie. Il cardellino o Carduelis carduelis è un uccello della famiglia dei Fringillidi. Il suo nome deriva dalla pianta del cardo, dei cui semi è molto ghiotto. Si riproduce facendo nidi su piante da frutto e pini. E arriva a fare tre cove. Deposita da 2 a 7 uova per volta e cova per 12 giorni. I piccoli vengono svezzati intorno al 35esimo giorno con semi immaturi e afidi. Finite le cove, i cardellini tornano a riunirsi in gruppi presso i campi coltivati, fino ai primi di settembre. Poi migrano.

La sua bellezza e le sue spiccate capacità canore gli hanno fatto guadagnare un posto nel mito, nella leggenda e nell’arte. La mitologia greca racconta una gara di canto tra le Pieridi, figlie del re Pierio, e le Muse. Le Pieridi furono meno brave ma non volevano accettare la sconfitta. Atena le punì trasformandole in uccelli. Acalante divenne un cardellino. Una leggenda cristiana narra che il colore rosso alla base del becco del cardellino sarebbe testimonianza di un suo incontro con Gesù Cristo. Infatti un cardellino, non temendo per sua natura le spine, vedendo Gesù sofferente cercò di estrarre qualche spina dalla corona. Mentre lo faceva si punse, ferendosi. E si macchiò di rosso la parte anteriore della testa. Colore che da allora non scomparve più.

Proprio pensando a quest’ultima leggenda Raffaello Sanzio, a ventitrè anni, dipinse la “Madonna del cardellino”. Un olio su tavola realizzato durante il soggiorno di Raffaello a Firenze (da1504 al 1508). Dove poté studiare i grandi maestri fiorentini e lavorò per alcune grandi famiglie di mercanti. Nella biografia del pittore, Giorgio Vasari riferisce che questo dipinto gli fu commissionato per le nozze di Lorenzo Nasi con Sandra di Matteo Canigiani, celebrate il 23 febbraio 1506. Raffaello riusciva a creare immagini di una bellezza ideale, armoniosa e perfetta pur nella loro semplicità. Caratteristiche che ritroviamo nella “Madonna del cardellino”. Dove, sotto lo sguardo amorevole di Maria che ha in mano un libro sacro, San Giovanni Battista porge a Gesù un cardellino.

Personalmente sono affezionato al cardellino perché da bambino ne avevamo uno in gabbia. Grande cantore e compagnia impagabile. Dopo un paio di anni morì. Non riuscivo a separarmi da lui e mia madre lo appoggiò dentro la vetrina del mobile in sala. Dopo qualche tempo scoprimmo che era mummificato. Immobile con le sue piume colorate, gli mancava solo cantare. Ai miei occhi di bimbo fu un prodigio. Lo mettemmo in una scatola di raso azzurro dove restò intatto per numerosi anni. Quando vedo un gruppo festoso di cardellini non posso non pensare a lui. E al tempo felice e sognante dell’infanzia.

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“Madonna del cardellino” di Raffaello Sanzio, databile al 1506 circa e conservato nella Galleria degli Uffizi a Firenze