La bellezza del singolo, il talento e le curve vincenti di Lauren e Aurora

di ROSITA SPINOZZI –

La perfezione è noiosa, tanto più se “praticata” in un’epoca che ci vorrebbe tristemente tutti uguali. Il business detta le sue regole e rimbalzano messaggi alquanto destabilizzanti, soprattutto per i giovani. La vita scorre sui social, si perde il contatto con la realtà, e questa via di fuga rischia di trasformarsi in una prigione facendo dimenticare la bellezza del singolo. Oggi per avere successo devi essere bello, e per essere bello devi essere magro, e per essere magro non devi mangiare e via dicendo. Si generano “catene” mentali che conducono tutte in un’unica direzione: la massificazione. Non c’è più identità, la bellezza di oggi è artificiale e basta sfogliare una rivista – non necessariamente di moda – per rendersi conto che le nuove showgirls (chiamiamole un po’ così) sono tutte uguali: stessi lineamenti, stesso taglio di capelli, stesso modo di vestire, persino stesso modo di parlare. Alcune, poi, sarebbe proprio il caso che non parlassero. Poi succede che qualche volta, per fortuna, arriva in tv una ragazza come Lauren che ha un corpo “autonomo” e genuino, dotato di curve che allietano la vista. Non fai in tempo a gioirne che subito le viene fatto notare di “avere un fisico troppo pesante per la danza”. Può darsi, non mi occupo di danza e non mi permetterei mai di interferire nel giudizio di chi, invece, danza la insegna. Il giudice buonista “a tutti i costi” non mi fa simpatia, però è lecito dire che quella frase mi ha disturbato, considerando il fatto che, attraverso il mezzo televisivo, è arrivata a milioni di persone poiché pronunciata all’interno di una trasmissione come Amici, molto seguita dai giovani. Altro canale, altra trasmissione. Ballando con le stelle: resto folgorata da Aurora Nobile, ballerina sedicenne di Nichelino che il 14 aprile ha vinto la gara del contest “Ballando…con te”. Aurora non è una silfide, ma il suo corpo sinuoso nulla ha tolto alla danza, perché la sua esibizione è stata eccellente. Detto questo, aggiungo che a me Lauren piace così com’è, e non vorrei proprio che dimagrisse per compiacere un’ideologia la cui ascesa è direttamente proporzionale alla discesa di taglia. Oggi avere la 42 è diventato quasi un crimine, con la 40 si storce il naso, si ragiona con la 38, si esulta con la 36. E poi arrivano i guai, quelli seri. Un’assurdità. In Italia i disturbi del comportamento alimentare si sono manifestati alla fine degli anni Novanta e ne soffrono oltre 3 milioni di persone: il 95,9% donne, il 4,1% uomini. Una vera e propria epidemia sociale, con sintomi che compaiono fin dall’età di otto anni. L’anoressia è il disturbo più pericoloso dal punto di vista della mortalità, intorno al 5-10%. Studi autorevoli hanno rilevato che  quanti ne soffrono vanno incontro ad un rischio di morte dieci volte maggiore rispetto alla popolazione generale. Inoltre, non sono da sottovalutare i gravi danni all’organismo e alle relazioni sociali, oltre al fatto che riprendere un po’ di peso non sempre significa guarire. In sintesi, una corretta alimentazione è la giusta via per mantenere un fisico sano. Ma corretta alimentazione non significa non mangiare, anzi. Impariamo ad accettare il nostro corpo, le nostre curve e tutto il resto. Difetti compresi. Perché non c’è niente di più bello della forza del singolo. Siamo unici e irripetibili, non siamo fatti in serie come i robot. Non serve a niente stravolgere il proprio volto e il proprio corpo alla ricerca di un assurdo e – spesso grottesco – ideale di bellezza. Non serve a niente e, soprattutto, non porta al successo in campo professionale né tantomeno umano. È ora di abbattere questi falsi stereotipi. In che modo? Semplicemente vivendo.

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