Nel soffio della poesia. “La pietra salvata”, il nuovo libro di Maria Grazia Maiorino

di ENRICA LOGGI –

In forma di lettera, le note di lettura di Enrica Loggi sull’ultima raccolta poetica di Maria Grazia Maiorino, “La pietra salvata” (Il lavoro editoriale, 2016)

Cara Maria Grazia,
mi perdo tra le tue parole, perché ciascuna è un seme che moltiplica la sua essenza e si fa prodigio, musica diffusa nel suo ritmo continuo di preghiera.
Scrivi sull’onda di un segreto che lievita dentro ogni tuo pronunciamento. In punta di piedi ti traduci, ritocchi i versi come miniature. Io ti leggo e mi pare di stare in un giardino, fatto di sole e d’ombra che concede ai fiori di brillare anche nel buio.
Nei mondi di parole che s’affollano, la tua penna si muove veggente, così che ad ogni accento, nel silenzio, affiora una creazione delicata, di ricordi cangianti, di dolori che mescolano visioni e lacrime: un canto evocato come in un’ala d’angelo le piume.
Ogni tuo verso vale la tua vita: un cespuglio, un groviglio di fioriture misteriose, dove tutto come niente si traduce e insegue una missione, che è il tuo universo regalato a noi, proteso come un argine di fiume, e ricco di riverberi, d’immagini, di luci che s’accendono.
Scrivi e canti, ed il tuo dire sincero si fa mite, come un vibrare, un ricordare un porgere additando il sentiero della verità, traducendo ogni immagine nel chiaro vestito dei tuoi versi, e insieme nella nuda compagnia che offri a chi per mano si lasci condurre a stupirsi del Creato, ad inventare un piccolo, grande nuovo dire, che abiterà la notte, quando il libro sarà chiuso, e comparirà tra i pensieri come un voto, un volo, un chiaro mistero d’ogni posa e luce.
Così continua  il mio viaggio tra le tue parole, e ancora molto avrò da scoprire, in questa tua “pietra salvata” come in un orizzonte fitto d’erbe, nostalgie di un’alba, che è la tinta dei tuoi viaggi policromi, sognanti: tocchi di grazia multiforme, umile e alta.

Enrica Loggi

Clessidra

Tenace rametto di orchidea
lenta clessidra petali caduti
che cosa dice il cappellino bianco
a quarantaquattro giorni – contati
dall’incontro, sfida alle distanze
che il tempo scava incolmabili ?

Ero felice insieme alle rose
al verde delle felci e
alla nuvola del velodasposa
orgoglioso di essere entrato
nell’istantanea del ricordo
assieme alle mani che si levano
nel gesto rituale dell’offerta.

Ho visto una felce invecchiare
con me venandosi di giallo
ho ascoltato sussurri e ritorni
ho atteso la luce ogni mattina.

Maria Grazia Maiorino, di origine bellunese e residente ad Ancona, ha pubblicato le seguenti raccolte di versi: “E ho trovato la rosa gialla” (Forum, 1994), “Sentieri al confine“ (Scheiwiller, 1997), “Viaggio in Carso“ (Edizioni del Leone 2000), “Di marmo e d’aria” (Manni, 2005), “I giardini del mare” (Pequod 2011), “La pietra salvata” (Il lavoro editoriale,2016). É autrice del romanzo “L’azzurro dei giorni scuri” e delle raccolte di racconti “L’America dei fari” e “ Angeli a Sarajevo” (Gwynplaine Editore).