Giulio siamo noi

di ELIANA NARCISI (ELIANA ENNE) –

Giulio aveva solo 28 anni, era un ragazzo con una famiglia semplice alle spalle, una fidanzata, tanti sogni nel cassetto. Era uno studente brillante, aveva vinto ben due volte il premio “Europa e giovani” per le sue ricerche sul Medio Oriente, aveva anche lavorato presso l’Organizzazione delle Nazioni Unite per lo sviluppo industriale. Stava conseguendo il dottorato di ricerca presso il Girton college dell’Università di Cambridge, e due anni fa si trovava in Egitto per svolgere ricerche sui sindacati indipendenti presso l’Università Americana del Cairo.

Alle 19,41 del 25 gennaio 2016, Giulio ha inviato alla sua fidanzata un sms per dirgli “Sto uscendo” e quella è attualmente l’ultima traccia della sua esistenza di cui siamo in possesso. Il suo cadavere è stato ritrovato il 3 febbraio abbandonato in un fosso lungo l’autostrada Il Cairo-Alessandria. Il corpo completamente nudo mostrava evidenti segni di tortura. Contusioni diffuse a testimoniare un pestaggio selvaggio, abrasioni estese, più di ventiquattro fratture fra cui sette costole rotte e tutte le dita di mani e piedi, denti rotti, numerosissimi tagli presumibilmente operati da un rasoio, bruciature da sigaretta distribuite ovunque. Giulio è stato torturato a morte con una violenza mostruosa.

Un rapporto ufficiale di Amnesty International del 2016 dal titolo “Egitto. Tu non esisti.” ha documentato come l’Agenzia per la sicurezza nazionale egiziana si renda responsabile di continui rapimenti e sparizioni forzate (in media, tre al giorno) di studenti anche quattordicenni, attivisti politici e manifestanti, allo scopo di reprimere il dissenso politico. Le autorità locali negano il fenomeno, ma le prove raccolte dal rapporto testimoniano anche la collusione dell’autorità giudiziaria, che copre l’operato della Polizia egiziana e rifiuta di compiere indagini sulle scomparse.

Questa sera alle 19,41 in  molte piazze italiane mille luci si accenderanno per ricordare il momento esatto della sua sparizione, per squarciare l’insopportabile buio di omertà e coperture politiche che in tutto questo tempo hanno soffocato la verità. Non girare lo sguardo di fronte ai giornali che ne scrivono, non spegnere la Tv quando se ne parla, non sviare l’argomento se senti qualcuno discuterne, non cambiare strada se anche nella tua città trovi striscioni con su scritto “Verità per Giulio”. Smetti di pensare che certe cose non possano capitare a chiunque.