Piccoli attacchi d’ansia natalizi

di ELIANA NARCISI (Eliana Enne) –

Vorrei scrivere qualcosa sulle feste in arrivo, ma in realtà basta la parola Natale a provocarmi un attacco d’ansia. Tutti gli anni ripeto a me stessa che stavolta sarà diverso, mi organizzerò per tempo e farò quadrare ogni cosa alla perfezione, addobbi regali inviti parenti cene e tutto il resto, invece eccomi qua,non ho ancora fatto niente e sto cercando la maniera di non impazzire.

Ho chiesto aiuto alla mia vicina, la signora Valeria, che è una autentica professionista del Natale. Basta guardare casa sua: luminarie ovunque accese ventiquattro ore su ventiquattro, roba da doversi mettere la crema solare prima di cena; e poi sono talmente appariscenti che confonderanno pure i Re Magi, cercheranno qui il Bambinello. Nel salotto troneggia un albero rigorosamente finto alto due metri soffocato da decorazioni di ogni sorta, colore, dimensione, materiale, condizione: palline, cubetti, pupazzini vari, fotografie, fiori, cioccolate, fili d’angelo che sembrano sciarpe, bigliettini e biscotti a forma di stella. Un caos imbarazzante, quasi angosciante. Somiglia all’interno del mio armadio, anzi se solo avesse due ante direi che è proprio lui.

No, io non ho fatto l’albero a casa mia: appena sessanta metri quadrati, o io o lui.

La signora Valeria ha preparato tanti pacchetti, sostiene debba esserci sempre un dono per chi va a trovarla in questi giorni e io la interrogo per carpire qualche consiglio. “Anzitutto devi fare la lista”, mi spiega. La regola deve essere pochi regali e solo alle persone più importanti. Prendo carta e penna e scrivo. Si comincia dalla famiglia, genitori, fratelli, cognati, nipoti, cugini preferiti, parenti che tornano in città esclusivamente per le feste, gli amici che sono come fratelli, le amiche con cui condivido le mie sfighe d’amore. Lei parla da dieci minuti e io ho già segnato sessanta nomi. Decisamente troppi. Vorrei sfoltire la lista, ma lei con molta nonchalance mi fa notare che anche oggi ha ricevuto il corriere di Amazon per me, come fa sempre quando mi fanno le consegne e io sono al lavoro. Significa che nell’elenco dei regali dovrò considerare anche lei.

Dopo la lista, c’è la scelta. “E per quello devi fare domande, capire cosa regalare.” insiste lei. “Per esempio, ti piace il the? Vai in palestra? Hai finito il rossetto? Soffri d’insonnia? Ti cadono i capelli?

Non sono brava con le domande, l’ultima volta che ho chiesto “Cosa ti manca in casa?” ho ricevuto come risposta una lista che neanche per le nozze avrebbero fatto così dettagliata e costosa.

Prima di comprare, devi decidere un budget” mi ricorda la signora Valeria.

Eh, mi vergogno, ma soltanto un po’. Getto presto la spugna e lo ammetto. “Il budget deve essere basso, molto basso. Anche di più.” Non ho un soldo, ma in fondo non importa quanto si spende, è il pensiero quello che conta, giusto? E se poi qualcuno dovesse farmi notare che ho speso poco, che so, magari con frasette al vetriolo tipo “Il negozio dove l’hai preso è quello che sta facendo i saldi perché è in liquidazione?”, allora saprò a chi non fare il regalo l’anno prossimo.

Se vuoi risparmiare, datti al riciclo” suggerisce. Per carità, non ne sono capace! Ci sono i ferventi sostenitori di questa pratica, ricevono pacchi che non si prendono neppure la briga di scartare e li ripongono nell’armadio per poi tirarli fuori un paio d’anni più tardi e consegnarli alla prima occasione, convinti pure di poterci fare bella figura. Fate come credete, però attenzione. Ho appena ricevuto in dono da una collega d’ufficio il cd dei Modà con allegato il buono sconto per il concerto di settembre 2015 e… due domandine me le sono fatte.

Io risparmio perché gioco d’anticipo” dichiara orgogliosa, mostrandomi la t-shirt comprata a ferragosto con su scritto ‘I love Alberobello’. “Questa è per mia nipote. Non se l’aspetta di sicuro!” Già, come darle torto?

In realtà, sono la Regina dell’ultimo minuto, mi riduco a fare compere anche il 24 sera e temo se ne accorgano tutti, perché quando scartano il mio pacchetto la carta è ancora calda.

Mi arrendo, strappo il foglio coi suggerimenti e saluto la signora Valeria, che prima di congedarmi elargisce l’ultimo consiglio, ed è proprio da questo che comprendo di essere senza speranza.

Qualsiasi cosa comprerai, conserva lo scontrino”.

Ecco, e invece io è la prima cosa che perdo!