“Custodi del vino”, il libro di Laura Donadoni il 24 marzo al Mercantini di Ripatransone

di REDAZIONE –

“Custodi del vino. Storie di un’Italia che resiste e rinasce”: appuntamento con Laura Donadoni giovedì 24 marzo al Teatro “Luigi Mercantini” di Ripatransone –

RIPATRANSONE – La pluralità delle Marche. È questo il titolo dell’evento che si svolgerà giovedì 24 marzo, alle ore 18, presso il Teatro “Luigi Mercantini” di Ripatransone. L’occasione è la presentazione del libro “Custodi del vino. Storie di un’Italia che resiste e rinasce”, dell’esperta di vino, scrittrice e giornalista Laura Donadoni. L’autrice di fama internazionale ha fondato “La Com Wine Agency”, agenzia focalizzata sulla promozione del vino che opera negli States, è sommelier certificata Ais- North American Sommelier Association, Advanced WSET, Vinitaly International Ambassador ed è l’unica donna italiana membro dell’International Circle of Wine Writers di Londra. A dialogare con la prestigiosa ospite a proposito di varietà e potenzialità dell’unica regione al plurale saranno i rappresentanti delle cinque aziende che la Donadoni ha visitato nell’estate 2021 e di cui parla nel capitolo dedicato alle Marche del suo volume: Massimo Mancini (Mancini Pastificio Agricolo), Giovanni Traini (Cantina dei Colli Ripani), Marilena Cocci Grifoni (Tenuta Cocci Grifoni), Enrico Gabrielli (Azienda agribiologica Aurora) e Alessia Di Nicolò (Azienda agricola biologica La Valle del Sole).

L’evento è promosso dalle aziende citate in collaborazione con il Comune di Ripatransone, e a moderare il dibattito sarà la nota digital PR marchigiana Ilaria Barbotti, che ben conosce le realtà imprenditoriali marchigiane e il territorio che Laura Donadoni racconta. La Barbotti rappresenta un perfetto collante tra le aziende, la giornalista e influencer e il pubblico che parteciperà alla tavola rotonda per dar vita ad un dibattito attivo e costruttivo sul mondo del vino marchigiano a 360 gradi. Il libro, edito da Slow Food, che Laura Donadoni presenterà a Ripatransone è il racconto di un viaggio in tutte le regioni italiane per narrare storie di persone che, grazie al vino, incarnano percorsi di resistenza e di rinascita per i luoghi che abitano. Una raccolta, regione dopo regione, di esperienze ed emozioni di vignaioli e appassionati, custodi del mondo del vino, tra cultura, società e tradizioni. Storie di famiglie, comunità e visionari solitari. 92 giorni e 12.598 chilometri in su e in giù per l’Italia facendo tappa anche nelle Marche, per la precisione in provincia di Ascoli Piceno, a Ripatransone (Colli Ripani e Cocci Grifoni) e Offida (Aurora e La Valle del Sole), e a Monte San Pietrangeli (FM) per raggiungere Mancini.

L’autrice si ferma a Ripatransone per conoscere la Cantina dei Colli Ripani: «É uno dei pochi esempi in Italia di grande cantina sociale in grado di rinnovarsi per stare al passo con i tempi, pur conservando un modello tradizionale e facendo della valorizzazione del territorio il suo punto di forza», scrive nel libro. Una cantina, quella sociale di Ripatransone, che inizia la sua storia nel 1969, con la sua prima produzione nel 1977, e che ad oggi conta oltre 330 produttori autoctoni, uniti dalla forza e dalla voglia di valorizzare la produzione vinicola del luogo.  Sempre a Ripatransone la Donadoni incontra la quarta e quinta generazione, tutta al femminile, della Tenuta Cocci Grifoni. Un’azienda familiare che nasce da una lunga tradizione di legame con la terra e di passione per la viticoltura, attraverso quasi cento anni di esperienza nella produzione di vini autoctoni da agricoltura sostenibile. «Resto incantata per qualche secondo osservando madre e figlia che si ritrovano dopo la giornata di lavoro, ci accomodiamo sulla terrazza panoramica della tenuta e mi faccio guidare da Marilena tra le curve della storia famigliare che parte da lontano» così inizia il racconto della Donadoni dedicata a Cocci Grifoni nel capitolo marchigiano del libro.

Poi arriva ad Offida, nell’Azienda Agribiologica Aurora della quale, incuriosita, scrive: «Uno dei cinque amici soci fondatori di Aurora mi racconta con un po’ di nostalgia, quasi gli tornassero in mente le bravate di gioventù, di quando si sono presentanti i carabinieri dei Nas in cantina per ritirare il vino con la “pericolosa” dicitura “biologico”. Aurora, infatti, pratica da sempre – quando lo facevano davvero in pochi – coltivazioni biologiche, utilizza prodotti naturali fin dall’inizio, e oggi può vantare ben trentadue ettari di terreno e una radicata cultura vitivinicola basata sul biologico e biodinamico. E sempre ad Offida scopre La Valle del Sole. Azienda agricola a conduzione famigliare, La Valle del Sole coltiva, secondo il metodo dell’agricoltura biologica, i vitigni autoctoni del territorio Piceno come la Passerina, il Pecorino e il Montepulciano, e Laura Donadoni la descrive così: “Visitare la loro azienda è come fare un tuffo nel passato contadino, dove però ogni elemento della storia, ogni dettaglio, è stato valorizzato, reso artistico, raccontato in una narrazione epica del lavoro. La Valle del sole nasce da una storia classica di riscatto sociale”.

Prima di scoprire le quattro cantine picene, però, la Donadoni si è fermata a conoscere Massimo Mancini che – scrive – “nel 2010 ha fondato il primo e unico pastificio agricolo al mondo, rompendo gli schemi classici del settore in cui l’agricoltore si limita alla coltivazione e subisce logiche lontane dal sudore del suo lavoro”. La storia e l’attività di Mancini Pastificio Agricolo, infatti, sono indissolubilmente legate al territorio marchigiano, in quanto il Pastificio produce pasta solo con il grano duro coltivato direttamente nei campi che lo circondano, nelle Marche appunto, ottenendo ogni anno un prodotto figlio dell’annata agraria. La presentazione del libro di Laura Donadoni sarà dunque l’occasione per un confronto aperto su varietà, valorizzazione e collaborazione tra soggetti che, in modi differenti, sono già protagonisti nel piceno, nel fermano, nelle Marche, in Italia e nel mondo, con una genuina voglia di lavorare insieme a favore di una regione “plurale per natura” e che, propria nella molteplicità trova la sua forza.

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