Salone del Libro di Torino, “La carezza della memoria” di Carlo Verdone: un collage di ricordi personali

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di ELIANA NARCISI (ELIANA ENNE) –

TORINO – Il suo mondo è anche il nostro mondo. I personaggi, i modi di dire, le battute, fanno parte del nostro quotidiano, della nostra vita. Un pedinatore, un osservatore della realtà talmente attento da riuscire talvolta persino ad anticiparla. Carlo Verdone è tutto questo è molto di più. Al Salone Internazionale del Libro di Torino partecipa per presentare “La carezza della memoria” (ed. Bompiani), terzo lavoro da scrittore, il più autentico, il più rappresentativo, profondo, ironico, persino commovente. «Volevo offrire al pubblico che dà anni mi sostiene con il suo immenso affetto qualcosa che rappresentasse la mia anima».

Scritto in un periodo di sconforto durante il lockdown e dietro suggerimento dell’amico regista Paolo Sorrentino («Dobbiamo fare in modo che questo periodo non sia perso ma guadagnato, – mi disse al telefono Paolo una sera – scriviamo, anticipiamo i nostri progetti, la pandemia passerà, facciamoci trovare pronti»), il romanzo prende spunto dalle fotografie ritrovate in un vecchio scatolone. «In bianco e nero, senza occhiali, con i capelli, con mio padre, i miei figli, ero sempre io». E poi vecchi oggetti, chiavi, un’agenda, un santino, ognuno porta con sé il ricordo di un incontro, un evento, un viaggio, una storia da raccontare, da un provino per la televisione a un’amicizia, da un viaggio in treno a un amore, dal complesso e fondamentale rapporto con il padre (Mario Verdone, saggista e docente di Storia e critica del cinema) a quello costantemente in evoluzione con i figli Giulia e Paolo («Da bambini non ridevano mai, gli facevo vedere i miei film, facevo le voci dei personaggi, mi guardavano come fossi un marziano e io pensavo… ma non è che gli sto sulle scatole?»).

Dalla pandemia si dice segnato, come tutti. «Questo virus è stato un avviso di garanzia che ci ha notificato la Natura. Credo che stiamo andando vicini alla distruzione del pianeta. Ma sono ottimista. Siamo un Paese spesso caotico e cialtrone, invece stavolta la maggior parte degli italiani è stata disciplinata, ha rispettato e sta rispettando le regole, le restrizioni, i vaccini, i Green Pass. Facciamo un complimento agli italiani, una volta tanto».

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