Nicoletta Orsomando e l’era delle “signorine buonasera”

di GIAMPIETRO DE ANGELIS –

Era il tempo delle televisioni in bianco e nero, a transistor o a tubo catodico. Era il tempo delle “signorine buonasera”. Tra loro, la prima fu Nicoletta Orsomando. Era il 22 ottobre 1953, era l’inizio del cosiddetto boom economico italiano. Le famiglie, dopo le privazioni dei conflitti bellici, iniziavano a vedere stabilità, pace e futuro, e soprattutto iniziavano a conoscere, a desiderare ed acquistare, quando ci riuscivano, i nuovi “status symbol”: gli elettrodomestici. La tecnologia prendeva nuove forme ed utilità. Frigoriferi, aspirapolveri, lavatrici, e i televisori. A dire il vero, erano ben poche le famiglie che potevano permettersi di acquistare questi beni, considerati di lusso negli anni ’50, ma gradualmente, e soprattutto negli anni ’60, il fenomeno divenne di massa.

Era il 22 ottobre del 1953 e Nicoletta Orsomando, per la prima volta e per i pochi che potevano ascoltarla, e vederla, annunciò: «Signore e signori buonasera». Era una trasmissione per ragazzi in una televisione ancora in fase sperimentale. Piacque subito, Nicoletta. Forse per quel volto dall’aspetto sereno e rassicurante, forse per il sorriso, per i suoi modi educati, mai sopra le righe. E poi, grande professionalità! Era il tempo che la dizione era importante e lei, Nicoletta Orsomando, era perfetta: dizione impeccabile. È stata amata ed apprezzata da intere generazioni.

La televisione divenne regolare, nelle trasmissioni, nel 1954 e da quella prima volta fino al 1993, la Orsomando è sempre stata la “signorina buonasera” per eccellenza, il simbolo, il riferimento. In quarant’anni di inossidabile carriera, Nicoletta ha presentato di tutto, con il suo stile garbato, fatto di semplicità e professionalità. Tra le tante trasmissioni, ricordiamo il “Festival di Sanremo” nel 1957, “Un disco per l’estate” nel 1966 e un’infinità di rubriche, intrattenimenti, approfondimenti politici e parlamentari. Inaugurò, nel 1965 “La giornata parlamentare” (in seguito diventato “Oggi al parlamento”). Fu anche la prima donna a leggere il telegiornale, nel 1968. Non disdegnò alcune parti cinematografiche, come in “Totò, lascia o raddoppia?” o, nel 1992, in “Parenti serpenti” di Monicelli. Da pensionata, dopo la sua ultima apparizione come annunciatrice nel ‘93, Nicoletta è ancora comparsa come ospite in molte trasmissioni di nuova generazione: da “Domenica in” a “La prova del cuoco” e decine di altri programmi, fino a “La vita in diretta, nel 2017, la sua ultima apparizione in TV.

Perché erano così importanti, nei primi decenni televisivi, le signorine buonasera? La Orsomando, ma anche Maria Giovanna Elmi, Rosanna Vaudetti, Fiorella Pierobon, Marina Morgan e molte altre, erano sempre in prima linea, rigorosamente in diretta, sempre pronte per fronteggiare imprevisti come le interruzioni televisive dei programmi per qualche problema tecnico. Sempre precise, professionali, sorridenti, a loro agio: divennero un modello. Le signore italiane le guardavano per trarne spunto. Osservavano come erano vestite, quale pettinatura avevano, quali orecchini indossavano. Nel mondo che gradualmente andava verso il futuro, verso i social, i computer e la telefonia mobile, loro restavano una certezza, un punto fermo, un appuntamento costante, un volto di casa, un viso noto, un nome familiare. Non erano la Orsomando o la Elmi, loro erano Nicoletta, Maria Giovanna, Marina e tale restano nell’immaginario o nei ricordi di quel bianco e nero dall’effetto nostalgia, ma anche dopo, nei primi colori o nell’innovazione dei primi televisori dallo schermo piatto.

Era nata in provincia di Caserta, a Casapulla, nel gennaio del 1929, trasferendosi giovane con i suoi genitori a Roma dove si è spenta pochi giorni fa, il 21 agosto del 2021. Se ne va un simbolo, se ne va una signora per bene.

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