Il bronzetto del Monte Catria, da reperto archeologico a premio

Il Monte Catria

di AMERICO MARCONI –

Nel 2017 fui invitato al REC – Risonanze Echi dal Catria sul tema Spiritualità e Montagna, in una mediazione interculturale tra Cristianesimo e Buddhismo. Il primo incontro si tenne al monastero di Fonte Avellana, e sedevo tra il priore padre Gianni Giacomelli e la monaca buddhista Cristiana Costa. Al secondo incontro eravamo al Centro di aggregazione di Frontone, insieme ad un monaco buddhista tibetano. Proiettai delle diapositive in cui riassumevo il mio percorso di ricerca sulle più significative montagne sacre del mondo. A conclusione feci vedere il Monte Catria e un bronzetto del IV secolo avanti Cristo.

La statuina venne alla luce sulla vetta del monte Catria nel 1901, durante lo scavo delle fondamenta per la grande croce voluta da Papa Leone XIII. È un piccolo bronzo, alto 11 cm e pesante un paio di etti, che raffigura un uomo con in testa una corona, sulle spalle un corto mantello fermato da una fibbia. Intorno al collo porta una collana metallica a spirale e nella mano destra una ciotola bassa. È molto probabile che fosse stato portato sulla cima del Catria come offerta per una divinità. Innocenzo Dall’Osso, soprintendente alle Antichità delle Marche di inizi Novecento, che lavorò anche alle necropoli Picene di Grottammare, non ebbe dubbi. Si trattava di un oggetto appartenente alla cultura celtica.

I Celti vennero in Italia all’inizio sparsi, poi tra i secoli VI-V a. C. in gruppi tribali. La tribù dei Galli Senoni si stabilì tra Rimini e Ancona. Con usi e costumi che fecero fiorire una civiltà raffinata. Vivevano la religiosità negli spazi aperti: tra boschi, fonti, rupi e non al chiuso dei templi. Difatti identificarono il monte Catria nel trono del dio Penn. Il tempio umbro romano innalzato a Scheggia fu poi dedicato a Giove Pennino. Nome che divenne Appennino, toponimo dell’intera catena montuosa che attraversa l’Italia. L’offerente, oltre duemila e trecento anni fa, portò la statuina fin sulla vetta del Catria a 1701 metri. Per innalzare una preghiera di domanda o ringraziamento al grande dio Penn.

Quella mia diapositiva suscitò grande interesse. Dopo tre anni fui chiamato da Sandro Pascucci, presidente dell’Associazione ALMA. Associazione nata da un gruppo di animatori e disegnatori marchigiani (www. almanimatori.com). Ricordava l’immagine del bronzetto e chiese un approfondimento. Sentito il parere della Sovraintendenza è stato realizzato un bronzo più grande dell’originale che viene consegnato al vincitore del Premio ALMA. Per il 2021 il Premio è stato assegnato il 16 maggio, al castello di Frontone, al regista ungherese Béla Tarr. E il 18 luglio a Urbania, nel Teatro Bramante, sarà consegnato all’attore romano Ascanio Celestini. Con nostra viva soddisfazione l’antico pellegrino, dopo millenni, ha finalmente realizzato il desiderio di eternità del suo spirito.

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