La Candelora, festa di purificazione e luce

Tintoretto (1556), Presentazione di Gesù al Tempio, Gallerie dell'Accademia, Venezia

di AMERICO MARCONI –

La Candelora o Festa delle candele è celebrata il 2 febbraio. In questo giorno la chiesa commemora la purificazione di Maria e la presentazione del bambino Gesù al tempio. La legge mosaica prescriveva che a quaranta giorni dal parto una donna si presentasse al Tempio di Gerusalemme per offrire un sacrificio. Le famiglie più ricche portavano un agnello e due colombe, le meno abbienti solo le colombe. Maria, essendo stata concepita dallo Spirito Santo, non avrebbe avuto bisogno della purificazione ma obbedì alla tradizione del suo popolo. Nel Cristianesimo si aggiunse la rievocazione della presentazione del Bambino al Tempio. Simeone, uomo giusto e pio, aveva accolto la Madonna. Lei si era fermata rispettando il rito ebraico, sulla soglia del Tempio. Simeone prese tra le braccia Gesù e lo chiamò: «Luce che illumina le genti e gloria del tuo popolo, Israele».

La festa cristiana venne istituita da Papa Gelesio nel 492. Con l’intenzione di sostituire la processione illuminata dai ceri ai Lupercalia romani. Rito antichissimo che si teneva il 15 febbraio; legato alla terra e antecedente alla stessa fondazione di Roma. I luperci erano membri di un sodalizio fondato dallo stesso Romolo e Remo. Dopo aver sacrificato una capra, dalla pelle ricavano fruste. Per correre, seminudi, sul colle del Palatino fustigando chi incontravano. Le loro frustate erano raccomandate alle donne che cercavano il dono della fertilità. In latino februa sono detti i sacrifici d’espiazione. Da cui il nome del mese februarius / febbraio o mese delle espiazioni, delle purificazioni.

Un tempo la Candelora era giorno festivo. I parroci dopo la Messa benedivano un numero di Candelette (le Cannelette della Candelora) che corrispondevano al numero dei fedeli nella parrocchia. Dopo la Santa Messa venivano distribuite. Tutti ci tenevano a quella Candeletta perché le si attribuivano grandi capacità di guarigione e risoluzione di cattivi eventi. Era posta in mezzo ai campi, a volte sulle croci sante fatte con le canne, per proteggere i raccolti dalla grandine. E venivano accese nelle ore funeste: quando terremoti, guerre, pestilenze, carestie imperversavano sulla terra, per implorare la clemenza del cielo. O ardevano in casa per scacciare via le forze del male. Nella medicina popolare per la cura di strappi muscolari e lombalgie si praticava il metodo della coppetta. Sulla parte dolente si poggiava una moneta, sopra la moneta un pezzo di Candeletta accesa e a copertura un bicchiere premuto. La candeletta consumava l’ossigeno del bicchiere che fungeva da ventosa, poi si spegneva lasciando la moneta calda.

Il periodo della candelora ha sempre coinciso con quello delle previsioni meteorologiche. I tre giorni della merla sono appena trascorsi, meglio se freddi perché ci sarà bel tempo durante l’anno. Lo stesso vale per la santa Candelora, difatti il proverbio sancisce:«Lu dì de la Candelora se negne o piove dell’inverno seme fora, se ci sta lu solarill quaranta dì de tremarill / Il giorno della Candelora se nevica o piove dell’inverno siamo fuori, se ci sta il solarello ancora quaranta giorni di tremarella (per il freddo)».

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