Le opere di Giulietta Straccia viste dal critico d’arte Giovanna Berretta: «L’Arte testimonia il mistero»

foto di Moreno Capomagi

di GIOVANNA BERRETTA –

Definire la plasticità del colore pittorico di Giulietta Straccia è una singolare vicenda, artisticamente complessa: si tratta infatti di un temperamento dallo stile moderno, contemporaneo, con ispirazione romantica. Il suo universo estetico, nell’attuale era del web, spazia oltre la pittura anche in rime poetiche ricche di animus, versi che traggono linfa dalla sua fertile creatività. L’Idealismo è senz’altro l’invisibile velo che avvolge il suo ego poeticoe pittorico. I limiti dell’odierno secolo – quali consumismo, nichilismo, ossessione della visibilità (V. Albisetti, cit.) – non toccano l’espressione compositiva di quest’artista, che si inabissa da talento naturale nel suo tunnel creativo (subconscio), traendone intuizione del suo Sé artistico affine al grande Maestro Johann Einrich Füssli (1741 –1825). Ella riesce così ad attuare le parole di Wiliam Blake: “L’Artista è come un profeta, perché dotato di divina intuizione”.

Giulietta Straccia realizza le sue performances pittoriche con uno stile avvincente, che riflette il grande pensiero di Picasso: “Un Artista crea perché deve creare”. Creare come necessità interiore, come pulsione oltre lo spazio-tempo. Difatti, addentrandoci in tale poetica chiave di letturail cui leit-motiv è costituito dal percepire l’Arte nel volto del reale, scorgiamo una pittura narrativa dai contenuti ermetici, ma luminosa. Scorgiamo ancora un sentire metafisico, che ricorda la famosa frase di Michelangelo: “Si dipinge col cervello, non con le mani”.

Osservando bene i dipinti di Giulietta balza acutezza psicologica nei valori cromatici d’atmosfera impressionista, ma in un substrato espressionista con vis fauvista alla H. Matisse. In questi dipinti io ritrovo l’affermazione di Chagall: “Il tempo è un fiume senza rive”, intravedo un dipingere intuitivo, libero, costruttore di prospettive cromatiche e non di fredde composizioni concettualistiche di sapore accademico. Un’Arte che rispecchia l’ “aspetto eroico della quotidianità”(C. Baudelaire, cit.), Arte che “è mestiere di vivere” (C. Pavese, cit.), Arte che “arriva dove Psicologia si ferma” (V. Albisetti, cit.).

La pittrice Giulietta, talento dotato di eclettismo artistico perché affine a diversi movimenti pittorici, è dunque capace di evocare dimenticate emozioni nel fruitore: La Castellana, La Speranza, Primavera, sono opere dai colori intrisi di ataviche e coraggiose rimembranze quasi a far da eco a H. Matisse quando scriveva che l’Arte ha bisogno di coraggio.

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