Pronto soccorso in rivolta a San Benedetto. Castelli: «I medici protestano, hanno ragione»

di REDAZIONE –

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – «I medici del Pronto Soccorso di San Benedetto hanno deciso di prendere carta e penna per contestare l’insufficienza delle dotazioni umane e strumentali a disposizione del servizio. Difficile dare loro torto visto che quello di San Benedetto è, per carichi di lavoro, il secondo Pronto Soccorso di tutte le Marche e che l’emergenza Covid ha imposto una duplicazione di percorsi che ha reso insostenibile l’attuale deficit di personale». É quanto afferma Guido Castelli, candidato di Fratelli d’Italia in Consiglio Regionale. «Del resto la giurisprudenza è concorde nel sanzionare, anche in termini di responsabilità civile, scelte aziendali che non dipendono dal medico ma da difetti di organizzazione riconducibili all’azienda. – continua Castelli – Presumo che la goccia che ha fatto traboccare il vaso siano gli esiti di un recente concorso bandito dall’Asur per l’assunzione di 60 medici di P.S. A parte che a presentarsi sono stati “appena” 14 medici ma quel –  che è più grave –  sembra che l’Asur – dopo tante lungaggini – abbia deciso di assegnare ad un’altra area vasta un medico già provvisoriamente in forza al Pronto Soccorso di San Benedetto. Come dire? Cornuti e mazziati da un Asur che ordina e dispone senza rispetto per l’Area Vasta 5. – conclude Castelli – Il Direttore Milani, ad onor del vero, si è molto battuto contro questa ingiustizia ma fin tanto che non sarà restituita autonomia ai territori, non ci saranno mai garanzie sufficienti contro le prevaricazioni dell’Asur. Voltiamo pagina e facciamolo presto. Il caso del PS di San Benedetto insegna è il modello Asur che va cambiato».

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