Premio Strega, in viaggio verso la finale: “L’apprendista” di Gian Mario Villalta

di ELIANA NARCISI (ELIANA ENNE) –

Le disposizione in materia di Coronavirus hanno portato all’annullamento di tutti gli eventi pubblici in calendario per la settantaquattresima edizione del Premio Strega. In queste lunghe settimane di quarantena abbiamo letto e recensito per voi i titoli candidati:
L’APPRENDISTA, di Gian Mario Villalta (ed. SEM)
RAGAZZO ITALIANO, di Gian Arturo Ferrari (ed. Feltrinelli)
LA NUOVA STAGIONE, di Silvia Ballestra (ed. Bompiani)
CITTÀ SOMMERSA, di Marta Barone (ed. Bompiani)
GIOVANISSIMI, di Alessio Forgione (ed. NN Editore)
LA MISURA DEL TEMPO, di Gianrico Carofiglio (ed. Einaudi)
ALMARINA, di Valeria Parrella (ed. Einaudi)
TUTTO CHIEDE SALVEZZA, di Daniele Mencarelli (ed. Mondadori)
FEBBRE, di Johnatan Bazzi (ed. Fandango Libri)
BREVE STORIA DEL MIO SILENZIO, di Giuseppe Lupo (ed. Marsilio)
VITA, MORTE E MIRACOLI, di Bonfiglio Liborio di Remo Rapino (ed. Minimum fax)
IL COLIBRÌ, di Sandro Veronesi (ed. La nave di Teseo)

L’APPRENDISTA, di Gian Mario Villalta (ed. SEM)

Avete mai provato a chiudere gli occhi e riavvolgere il nastro della vostra vita? Ripensare a ciò che avete fatto nel bene o nel male, alle scelte che avreste potuto fare, alle parole che avreste dovuto pronunciare in questa o quell’altra occasione. É questo che fanno Fredi e Tilio, rispettivamente il sacrestano e il suo apprendista, i due anziani protagonisti del romanzo di Villalta ambientato nella provincia friulana, in un paese in cui la chiesa è frequentata più dai turisti che vogliono vedere una celebre pala del Tiziano che dai fedeli.

Fredi non è originario del posto. É cresciuto all’ombra di un padre militare rigido e inflessibile che decide per lui la stessa carriera, ma quando ha scoperto che il trasferimento in questo piccolo paese è stato disposto come punizione e non come premio, è rimasto talmente deluso del padre che ha lasciato la fidanzata a quindici giorni dalle nozze e l’Italia per andare a fare il missionario in Giappone. Una scelta drastica dettata dalla necessità di cercarsi un’altra vita, una dimensione in cui tornare a stare bene, perché lui è fatto così, deve confermare a se stesso quello che è, o cambiare tutto. Tornerà dopo la fine della guerra, quando l’Italia è diventata una Repubblica e scoprirà che quelli che hanno tradito prima la monarchia e poi l’onore, li fanno ministri.

Tilio ha una decina d’anni di meno, da giovane faceva l’operaio e aveva un debole per le donne. Ha sposato Irma per cui ha avuto un autentico colpo di fulmine, ma ha tradito anche lei. Suo figlio Paolo va a trovarlo ogni quindici giorni, ma quando sono insieme si capisce che non vede l’ora di andar via, perché Tilio non ha più la letizia nel cuore, piange al ricordo di come la malattia gli abbia portato via la sua Irma e questa cosa getta nello sconforto entrambi.

I matrimoni, le riunioni genitori-figli, le conferenze del teologo di turno, i funerali consentono di capire come il paese sia cambiato e non in meglio. Una volta la chiesa era piena di fedeli seri e attenti che intonavano canti; ora è solo il prete a cantare, nei banchi ci sono bambini con i giocattoli, genitori coi cellulari, signore in canottiera. I fedeli sono sempre meno, nessuno va a messa perché nessuno sa più che cosa vuole, senza la guida di un’idea della vita. Le fabbriche chiudono, le difficoltà economiche aumentano. Sposiamo gente che dovrebbe avere dei nipoti, dicono al matrimonio di due persone, quarantadue anni lui, trentanove lei.

Le scelte compiute, l’atmosfera soffocante di un piccolo paese, i dubbi sulla religione, i ricordi degli anni della guerra. Nelle riflessioni dei protagonisti c’è tutto questo e altro ancora, perché quella di Fredi e Tilio è la storia di un’amicizia salvifica. La storia dell’incontro fra due persone sole, ma non disperate, che riescono insieme a ridare un ordine alle proprie giornate e raggiungono una serenità, sia pure senza letizia. Il sacrestano dai modi bruschi e l’apprendista che non potevano fare nulla l’uno per l’altro, ma si erano incontrati.

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