I doni di Freddie Mercury, un biglietto per l’immortalità

Freddie Mercury sulla cover di "Time waits for no one"

di ROSITA SPINOZZI –

Freddie Mercury, prima ancora di essere una delle più grandi icone mondiali del rock, era un uomo generoso. La bellezza della sua voce andava di pari passo con la bontà d’animo e l’originalità che da sempre lo hanno contraddistinto. Pertanto non c’è da stupirsi se, a distanza di ventotto anni dalla sua morte, gli amici più cari continuano a ricevere i suoi doni. La tradizione va avanti dal 1992: ogni anno, alla vigilia di Natale, i fattorini dei magazzini Fortnum & Mason al 181 di Piccadilly consegnano con molta discrezione cesti natalizi agli amici più cari, ai nipoti e ai parenti di Freddie Mercury. Lo ha ammesso al Daily Mail un portavoce del magazzino, e a darne conferma è stato Elton John, chiamato affettuosamente Sharon da Freddie che, a sua volta si firmava Melina (come Melina Mercouri, l’attrice greca di “Mai di domenica”, che pare venisse chiamata Freddie dagli amici). Due soprannomi da drag queen, un’amicizia indissolubile in grado di andare ben oltre la morte. Il primo dono per “Sharon” è stato un dipinto di fine Ottocento del pittore inglese Henry Scott Tuke, accompagnato da un biglietto di auguri la cui sintesi è “ho pensato che ti sarebbe piaciuto”. Il primo di una lunga serie di regali post mortem. Un commosso Elton John ha scritto nella sua autobiografia: «Ero sopraffatto, questo bellissimo uomo stava morendo di Aids e nei suoi ultimi giorni era riuscito in qualche modo a trovarmi un bel regalo di Natale. Per quanto triste fosse quel momento, è ciò a cui penso più spesso quando ricordo Freddie, perché rappresenta perfettamente il suo carattere».

Generoso, geniale, indimenticabile Freddie che, secondo il suo factotum Peter Freestone, era solito aggiornare un quaderno con le date di compleanno di tutti gli amici. «É molto più piacevole ricevere che dare. – diceva Freddie – E poi i soldi sono miei, me li sono guadagnati lavorando, quindi li spendo come voglio. È il bello di essere ricchi. Magari il denaro non compra la felicità, ma di sicuro può regalarla». La rockstar amana circondarsi di cose belle, ma resta il fatto che la sua priorità restava sempre quella di fare doni più alle persone care che a se stesso. Regali principalmente al nipote e a Richard, il figlio maggiore del suo grande amore Mary Austin, che lui trattava come un nipote acquisito. Era uno zio perfetto, dicevano tutti. Regali ai vecchi amici, ai compagni di band, ai suoi amori, a colleghi e collaboratori.

Cosa regalava Freddie? Non è dato sapere, ma alla fine non è poi un dettaglio così importante perché, a suo dire, “un piccolo regalo vale molto di più che se qualcuno ti compra il Big Ben!”. In realtà era assai generoso, al punto tale da essere riuscito a regalare se stesso a Julian Mack, il figlio del produttore di numerosi dischi dei Queen. Il bambino per il suo dodicesimo compleanno si era fatto promettere da “zio Freddie” che si sarebbe presentato alla festa indossando il buffo costume da gamberone gigante con cui aveva girato il video di “It’s a hard life”. Non voleva doni Julian, solo questa richiesta. Ovviamente Freddie lo accontentò. Così come fa ogni anno, il 24 dicembre, per i suoi amici. E non è l’entità del dono ad essere importante ma il fatto che, in qualche modo, torni in vita attraverso un semplice gesto come la consegna di un pacchetto. Chi lo riceve, prima ancora di aprirlo, sa che dentro c’è Freddie: il suo cuore, la sua anima, il suo sorriso, i suoi pensieri. Un autentico “biglietto” per salire sul treno dell’immortalità. Geniale Freddie.

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