Salutiamo il 2019, ecco le dieci donne che ricorderemo

di ELIANA NARCISI (ELIANA ENNE) –

Quali sono le donne che ricorderemo di questo 2019? Non è una classifica, ma il nostro personale omaggio alle dieci figure femminili che hanno lasciato un segno in quest’anno che stiamo per salutare.

NADIA TOFFA – Abbiamo detto e scritto di tutto sulla sua malattia e sul fatto che l’avesse considerata un dono, inteso di un’opportunità. Le terapie, il ricovero in ospedale, la mancanza di un compagno e la vicinanza degli amici, l’affetto per il cane Totò, Nadia Toffa ha condiviso sui social ogni giornata con il sorriso di chi ne ha viste tante e le vorrebbe superare tutte. Ed è rimasta una vincente, perché la battaglia la perde solo chi non lotta. Alla cerimonia funebre era presente una rappresentanza dei cittadini di Taranto, in segno di riconoscenza per i servizi televisivi sulle conseguenze dell’inquinamento dell’Ilva. A poco più di un mese dalla sua morte, a seguito di una petizione popolare, le è stato intitolato il reparto di oncoematologia pediatrica dell’ospedale “Santissima Annunziata” di Taranto.

FEDERICA PELLEGRINI – La più grande nuotatrice italiana e una delle più forti di sempre. Nella sua carriera detiene 6 record italiani individuali, 10 in staffetta, 11 primati nel mondo. Il 2019 la incorona come prima e unica nuotatrice della storia in grado di vincere 8 medaglie consecutive in altrettante edizioni dei campionati mondiali ed è la più medagliata degli Europei in vasca corta nei 200 stile libero (5 oro e 1 argento). Non è un’atleta, è una leggenda!

GRETA THUNBERG – La sedicenne attivista svedese è la prima studentessa al mondo ad aver inventato lo sciopero per lottare contro il cambiamento climatico. E alla faccia dell’ironia e del cyberbullismo a cui è sottoposta quotidianamente da parte di giornalisti, esponenti politici e personaggi più o meno noti, ha dato vita a un movimento globale coinvolgendo milioni di giovanissimi in tutto il mondo. Saranno proprio loro a pagare le conseguenze dello sfruttamento ambientale selvaggio a cui è sottoposta quotidianamente la Terra.

ILARIA CUCCHI – Dopo dieci lunghi e durissimi anni di battaglie, denunce, indagini, depistaggi, processi, finalmente la verità è venuta alla luce. Ilaria Cucchi è diventata il simbolo di chi crede così tanto nella Giustizia da lottare contro chi si serve di una divisa per violarla. Vedere riconosciuta una verità che per troppo tempo è stata negata è una vittoria per tutti.

SONJA BLANC – È la vincitrice del Premio GammaDonna 2019 per l’imprenditoria innovativa organizzato in collaborazione con la Commissione europea e il Ministero dello Sviluppo Economico. Dal 2005 guida la Sireg Geotech, realtà imprenditoriale fondata nel 1936 da Emilio Blanc e specializzata nei settori della Geotecnica e dell’Ingegneria Civile, divenuta oggi il punto di riferimento mondiale per tutto ciò che riguarda il consolidamento del terreno prima di scavi sotterranei e il ripristino di edifici storici e costruzioni danneggiate. Un’eccellenza industriale che dalla Brianza ha raggiunto più di 65 Paesi.

LILIANA SEGRE – Liliana Segre è una dei tanti bambini italiani deportati ad Auschwitz, l’unica rimasta in vita. La scorta assegnatale di recente è il risultato di un clima di odio insopportabile (riceve ogni giorno più di 200 fra messaggi di odio, post e commenti di insulti e minacce perché ebrea) che lei propone di superare in maniera pacifica, attraverso il dialogo, l’opera di sensibilizzazione e l’attività di una apposita Commissione parlamentare. «Quando arrivammo ad Auschwitz ero una ragazzina di 14 anni, sprofondata nella solitudine, nel freddo e nella fame. Dopo la liberazione sono rimasta per anni chiusa nel silenzio. Poi ho capito che la memoria è l’unico vaccino contro l’indifferenza».

ELISABETTA LIUZZO – Astrofisica, ricercatrice dell’Inaf (Istituto Nazionale di Astrofisica) e del Centro regionale del radiotelescopio Alma dell’Osservatorio Europeo Australe. Fa parte del team che ha sviluppato un sofisticatissimo software grazie al quale (insieme a un’altra donna, la scienziata Kazi Rygl) ha potuto osservare e catturare, proprio lei, la prima immagine in assoluto di un buco nero, nel cuore della galassia Messier 87.

HEVRIN KHALAF – Attivista per i diritti delle donne e contro ogni forma di integralismo, segretaria del Partito del Futuro Siriano e in prima linea per il riconoscimento dell’identità del popolo curdo, sognava una Siria pacifica  e multietnica. Hevrin Khalaf faceva paura per le sue idee, per la sua intelligenza, perché le donne curde l’hanno presa come modello e hanno iniziato con lei la battaglia per la parità di genere, per smantellare il patriarcato alimentato dal fanatismo religioso. Il 12 ottobre Hevrin Khalaf è stata aggredita, brutalmente stuprata, lapidata e infine uccisa da mercenari arabi che appoggiano le milizie turche e che hanno documentato lo scempio con un video agghiacciante, poi divulgato per terrorizzare chi combatte per gli stessi ideali, come le donne che quotidianamente vengono stuprate, imprigionate, torturate dall’Isis, dalla Turchia o dallo stesso regime siriano. È per loro che Hevrin Khalaf combatteva ed è per loro che è morta.

EMMA MARRONE – Non si è mai nascosta, nemmeno quando scopriva dai giornali che il fidanzato la tradiva, o quando la sfottevano perché tornava ad Amici solo perché occorreva rimediare in fretta all’ennesima sparata del fenomeno Morgan. Una donna libera che non ha avuto paura di esporsi anche politicamente, perché «la paura c’è e fa bene, serve a non commettere passi falsi, però si è liberi fino in fondo solo se si dice realmente ciò che si pensa.» Scoprire di avere di nuovo a che fare con il tumore è stato orribile, ma Emma non è arrabbiata, non si è incattivita. «Se è successo a me, come del resto succede a tanti, si vede che doveva andare così». E degli haters non si cura, anzi ha lanciato una proposta: introdurre sui social l’obbligo di registrarsi con un documento. «Basta coi profili fake, avremo tutti il bollino blu e ci prenderemo la responsabilità di ciò che pubblichiamo. Anziché bullizzare, bollizziamo!»

SANNA MARIN – Trentaquattro anni, figlia di due mamme e a sua volta madre di una bimba, è la nuova Premier della Finlandia, la più giovane al mondo e l’unica a capo di un Governo sostenuto da partiti guidati tutti da donne. Le sue origini sono molto modeste eppure con lo studio, il lavoro e l’impegno è riuscita a costruirsi una carriera e perfino a conciliarla con la vita privata. É il simbolo di un’idea di Europa diversa, più moderna, quella che premia il merito e che riconosce la famiglia come il luogo in cui ci si ama.

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