San Benedetto, presentato il Progetto Ribes per il contrasto della povertà educativa minorile

di REDAZIONE –

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Presso l’Episcopio si è tenuto l’incontro per il Progetto Ribes (Risorse Integrate per i Bisogni Educativi Speciali) relativo al bando “Nuove generazioni 2017” per il contrasto della povertà educativa minorile da parte della Onlus “Santa Teresa D’Avila”.
Presenti all’incontro tutti i partner territoriali che collaboreranno alla realizzazione del progetto. Infatti hanno accolto con favore tale iniziativa le amministrazioni comunali di San Benedetto del Tronto e Grottammare, gli istituti scolastici: Suore Concezioniste e l’Istituto San Giovanni Battista, il “Centro famiglia” di San Benedetto del Tronto. Il direttore della Caritas Diocesana, don Gianni Croci, afferma: «La Caritas è chiamata ad avere uno sguardo a tutto campo per quanto riguarda i bisogni del territorio. Il tema dell’anno “Caritas e cultura” ci ha portato a prendere coscienza di una emergente povertà educativa minorile. La povertà non è solo mancanza di pane o di vestito! Diceva don Lorenzo Milani: ricco non è chi ha più soldi ma chi conosce più parole. I recenti interventi sui social di più voci sulla realtà giovanile-adolescenziale in città dicono quanto la situazione sia davvero preoccupante».

«Cosa fare? Da soli si può fare ben poco. – continua don Gianni Croci –  Allora occorre fare rete! Ci siamo sentiti con la Caritas di Pescara e il suo direttore e abbiamo accolto il suggerimento ad aderire al progetto inter regionale sopra indicato con a capo la Fondazione “Paideia”. Erano necessarie delle competenze e per questo motivo si è pensato di coinvolgere la dottoressa Maria Chiara Verdecchia, pedagogista ed esperta nel campo educativo – didattico e della genitorialità. È davvero interessante poter mettersi in gioco per promuovere attraverso il progetto “Una famiglia per una famiglia” quella solidarietà che contraddistingueva le famiglie di un tempo».

È poi intervenuta la dottoressa Maria Chiara Verdecchia: «Il progetto risulta essere alquanto complesso e articolato in una molteplicità di attività destinate a famiglie, coppie, genitori, educatori, bambini e ragazzi. Essere genitori non è stato mai facile, né ieri né tanto meno oggi, dove la società in cui viviamo è soggetta a rapide trasformazioni e continue sollecitazioni, incrementando così i pericoli di destabilizzazione all’interno della famiglia stessa. Incertezza, solitudine, paura di non essere all’altezza del ruolo educativo si traducono spesso in una necessità di delega, in una modalità per così dire, “richiestiva”, nella speranza di trovare soluzioni preconfezionate».

«Credo che occorra restituire fiducia ai genitori nelle loro capacità, risorse, allontanando l’idea del genitore perfetto. – aggiunge la dott.ssa Verdecchia –  E forse anche il convincimento che non è la quantità di tempo che si passa con i figli ad essere importante ma la qualità, è mio avviso una colorata bugia che gli adulti si raccontano per giustificarsi. È vero ci sono famiglie nuove, ricomposte, ma l’attenzione non va posta solo sull’aspetto morfologico e strutturale della famiglia stessa, quanto soprattutto sui processi interattivi e relazionali interni alle strutture stesse. Occorre volontà, impegno, rigore nell’adottare un atteggiamento pluralista attento a cogliere la specificità delle diverse realtà e a dare risposte sempre più mirate e contestualizzate. La domanda che oggi è necessario porsi non è se le famiglie siano in grado di assolvere a tali funzioni, ma come lo facciano. Questo è l’invito a cui tutti noi dobbiamo rifarci, perché ogni uomo è un educatore.
Concludo affermando che “Ribes” è una grande opportunità di crescita e di miglioramento e pertanto un ringraziamento sincero va alla diocesi, a tutti i partner, e soprattutto ai giovani laureati che insieme a me costituiscono l’equipe e che rappresentano la forza emergente e creativa per riallacciare i ponti generazionali».

A conclusione è intervenuto il Vescovo della diocesi di San Benedetto del Tronto – Ripatransone – Montalto, Mons. Carlo Bresciani, contento dell’iniziativa e soprattutto della rete che si sta cercando di costruire per valorizzare tutte le risorse presenti sul territorio. In questo momento il progetto si prefigge l’obiettivo di sensibilizzare la comunità e di attivare tavoli di confronto tra i vari partner. A seguire inizieranno laboratori, attività e si apriranno sportelli di ascolto per le famiglie.

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