Giorno della memoria a Macerata, incontro con il figlio di Giorgio Perlasca e altre iniziative

di REDAZIONE –

MACERATA – Macerata celebra il Giorno della memoria, il 27 gennaio, istituita nel 2000 con la legge 211 con cui: “La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, Giorno della Memoria, al fine di ricordare la Shoah, sterminio del popolo ebraico, le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio e, a rischio della propria vita, hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati.” Molte le iniziative e le occasioni di conoscenza e riflessione messe in campo dall’Assessorato alla cultura del Comune di Macerata, insieme alla Prefettura di Macerata, l’Istituto Storico della Resistenza e dell’Età contemporanea di Macerata “Mario Morbiducci” (ISREC), la Compagnia Teatrale Oreste Calabresi, l’Ufficio Scolastico Provinciale, l’Anpi, con il coinvolgimento delle scuole cittadine.

«Riflettiamo sui valori che fondano la nostra civiltà, sulla conoscenza della storia e sulla trasmissione alle nuove generazioni di un’etica della responsabilità perché l’umanità scelga sempre la difesa della dignità delle persone» sottolinea l’assessore alla cultura Stefania Monteverde. Il programma delle iniziative prenderà il via martedi 22 gennaio, dalle ore 9 alle 11, al Teatro don Bosco con “Parole vive – Perlasca. Il silenzio del giusto”, un incontro con Franco Perlasca e Luciana Amadio, figlio e nuora di Giorgio Perlasca, l’uomo che riuscì a salvare dallo sterminio nazista migliaia di ungheresi a Budapest. L’incontro propone la visione di un filmato con stralci dell’intervista rilasciata da Giorgio Perlasca al Museo dell’Olocausto di Washington, insieme agli studenti del Liceo Scientifico, Liceo Classico, ITC. L’iniziativa è stata organizzata in collaborazione con la “Fondazione Giorgio Perlasca” e la Compagnia Teatrale Oreste Calabresi. Nell’occasione il Prefetto di Macerata, Iolanda Rolli, consegnerà l’onorificenza ai congiunti di Giovanni Renna, insignito della Medaglia d’onore riservata ai cittadini italiani che sono stati deportati o internati nei lager nazisti.

Il 24 gennaio dalle ore 16 alle 19, alla Biblioteca Mozzi Borgetti appuntamento con il Seminario di didattica della Shoah: fascismo e razzismo, una giornata di studi con gli interventi di Paolo Pezzino, presidente Istituto Nazionale Ferruccio Parri, e Gianluca Gabrielli, insegnante e studioso di razzismo fascista e colonialismo italiano. L’iniziativa è curata dal l’Isrec.

Il 29 gennaio, in collaborazione con l’ANPI Comitato Provinciale e l’Isrec, alle 11 alla Terrazza dei Popoli in un appuntamento aperto a tutta la cittadinanza verranno ripiantumate le 20 rose bianche in ricordo della tragica storia di altrettanti bambini ebrei, deportati da Francia, Italia, Olanda, Polonia Slovacchia prima al campo di sterminio Auschwitz-Birkenau, poi nel campo di concentramento tedesco di Neuengamme (Amburgo), dove divennero vittime degli esperimenti medici e della brutalità insensata della politica dello sterminio del Terzo Reich.

Sono inoltre previste due lezioni/laboratorio, la prima sul tema “Campi di concentramento in provincia di Macerata” a cura di Annalisa Cegna dell’Isrec la quale simulerà, grazie a materiali multimediali, come attraverso fonti d’archivio e ricerche di prima mano, sia possibile ricostruire le storie delle donne e degli uomini che, durante la Seconda Guerra mondiale, sono stati internati nei campi di Urbisaglia, Sfrozacosta e Treia a altri centri del territorio maceratese.

La seconda lezione “Ad Auschwitz c’era un’orchestra” sarà invece a cura di Stefano Rocchetti, sempre dell’Isrec. Si tratta di un incontro storico – musicale raccontato attraverso l’ascolto e la lettura di alcuni autori, tra cui Primo Levi e Fania Fénelon, la proiezione di parti di film, di documentari e testimonianze di alcuni sopravvissuti. Il tema affrontato ha una duplice chiave di lettura: da una parte la musica utilizzata come arma distruttiva e umiliante da parte dei nazisti e dall’altra la musica che salva e che conforta contrastando le barbarie e l’annientamento inflitto quotidianamente.
Altre iniziative sono previste a cura degli insegnanti delle scuole nel corso delle attività didattiche educative e formative.

Copyright©2019 Il Graffio, riproduzione riservata