Il coraggio di Giovanni Amodio e la speranza di sua moglie Rossana

di ROSITA SPINOZZI –

Il prologo di questa storia era veramente drammatico e non faceva di certo presupporre un epilogo positivo neanche nella più ottimista delle persone. Tutte tranne una: Rossana, la moglie di Giovanni Amodio, pescatore 35enne di Martinsicuro rimasto per quaranta ore in mare. Ripercorriamo la vicenda dall’inizio quando Giovanni, nella sera di venerdì 12 ottobre, intorno alla mezzanotte è rimasto vittima di un incidente con la sua barca. La dinamica è semplice: le reti si sono impigliate nell’elica e l’imbarcazione si è capovolta trascinandolo con sé. Giovanni ha avuto grande prontezza di spirito ed è riuscito a liberarsi e prendere una cintura di salvataggio. Questo gesto gli ha salvato la vita perché il giubbotto gli ha permesso di restare a galla, mentre la corrente ha seguito il suo corso trascinandolo vicino Pescara. Giovanni è rimasto lì, in acqua, aggrappato alle sue speranze e al desiderio di tornare dai suoi genitori, dalla moglie Rossana e dal piccolo Renato, frutto del loro amore. Chiunque si sarebbe fatto prendere dal panico, dalla stanchezza, ma Giovanni no. Voleva tornare a casa. I suoi riflessi sono stati tempestivi e, una volta indossato il giubbotto di salvataggio, non è stato solo il suo corpo a galleggiare ma anche la speranza.

Tutti lo davano per morto, le sue ricerche non davano buoni frutti. Tutti tranne la moglie Rossana Bruglia, una donna determinata che nella vita ha conosciuto la sofferenza. Parlo di questa vicenda perché conosco molto bene Rossana – che porta il nome dell’adorata nonna, a sua volta figlia del grande Carlo Baffoni, uno dei fotografi che hanno raccontato per immagini la storia della nostra città –  e suo padre Carlo, genitore amorevole che in questi giorni non si è mai dato pace per la scomparsa del genero. Soltanto Rossana, in cuor suo, “sapeva” che Giovanni sarebbe tornato da lei e dal loro bambino. Non si è mai arresa, ripeteva spesso «Non dobbiamo disperare, Giovanni tonerà da noi». E aveva ragione.

Giovanni Amodio è sopravvissuto all’incidente, alle quaranta ore di mare e persino al destino avverso: è stato trovato a circa sette miglia dal porto da un poliziotto della Squadra Volante della Questura che si trovava con la sua barca da diporto. Giovanni è salvo e, dopo le prime cure, ora si trova in ospedale per gli accertamenti del caso. È scosso, provato nell’animo e nel fisico, ma quella luce che ha negli occhi non è causata dalla febbre ma dalla vicinanza dei suoi cari. La buona notizia è arrivata ieri, domenica 14 ottobre, una data indimenticabile per la famiglia Amodio. I parenti più stretti di Rossana stavano andando a trovarla per darle un poco di conforto, quasi per aiutarla a prendere  coscienza della realtà. Che, questa volta, dopo tante vicissitudini, ha portato a Rossana una gioia incommensurabile: la vita di suo marito.

Questo articolo è dedicato alla forza e al coraggio non solo di Giovanni, a cui rivolgiamo il nostro augurio più grande, ma anche alla forza e al coraggio di Rossana che, nonostante le difficoltà, non ha mai perso la speranza. Ha creduto fino in fondo al fatto che avrebbe riabbracciato suo marito, non si è mai arresa all’evidenza. Ha vinto la sua incrollabile speranza. Stavolta il destino è stato generoso con lei e con la famiglia Amodio. Così come lo è stato con Carlo Bruglia, uomo di grande sensibilità che nelle ore più disperate non ha fatto mai mancare il suo sostegno emotivo alla figlia. Finalmente una storia a lieto fine. Bentornato a casa, Giovanni!

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