L’eredità di Zygmunt Bauman, originale pensatore della contemporaneità

di AMERICO MARCONI –

Zygmunt Bauman è uno dei più conosciuti e originali pensatori della contemporaneità, apprezzato per il suo linguaggio comprensibile ed efficace. Ospite al Futura Festival di Civitanova Marche nel 2014, è stato accolto da un mare di persone. Nato nel 1925 in Polonia da dove fugge all’avvento del nazismo per poi tornarci e laurearsi in sociologia. Docente universitario e autore prolifico, i suoi libri più famosi sono “La vita liquida” del 2005 e “L’amore liquido” del 2003 pubblicati in Italia da Editori Laterza.

“Liquido è il tipo di vita che si tende a vivere nella società liquido-moderna. Una società può essere definita liquido moderna se le situazioni in cui agiscono gli uomini si modificano prima che i loro modi di agire riescano a consolidarsi in abitudini. Proprio perché la vita liquida, come la società liquido-moderna, non è in grado di conservare la propria forma”. La vita liquida è, insomma, una vita precaria; vissuta in condizioni d’incertezza. Può essere descritta come una successione di nuovi inizi e il verbo che più la rappresenta è accelerare. Accelerare innanzitutto i consumi perché tutto diventa bene di consumo che produce degli scarti da smaltire.

Sull’amore Bauman è ancora più incisivo e osserva come l’amore liquido-moderno è diviso tra il desiderio di emozioni e la paura del legame. Ne consegue che le relazioni saranno fragili e poco durature, perché come precisa in un’intervista: “Le emozioni passano, mentre i sentimenti restano. Ma i sentimenti hanno bisogno di essere coltivati”.

Zygmunt visse con la moglie Janine per 62 anni, fino a quando lei è venuta a mancare nel 2011. Perciò è stato testimone di un rapporto vissuto tra l’emozione forte ma passeggera dell’innamoramento e il sentimento maturo che dura nel tempo per un’intera vita.

In questo orizzonte rientra l’attuale moto compulsivo di rapportarsi con il cellulare: “Senza il tuo cellulare non andresti da nessuna parte. […] L’avvento della prossimità virtuale rende le connessioni umane più frequenti ma più superficiali, più difficili da condensarsi in legame” e chiude lapidario “Essere connessi è meno costoso che essere sentimentalmente impegnati”.

Zygmunt Bauman è scomparso il 9 gennaio di quest’anno. Il suo ultimo libro “Retrotopia” è uscito il 7 settembre 2017 sempre con Laterza. In esso analizza la tendenza attuale a credere in un’utopia retroattiva, cioè rivolta ad un nostalgico passato piuttosto che a un futuro ideale.

 “L’utopia di Tommaso Moro -1517- di instaurare il Cielo sulla Terra non esiste più perché il futuro, troppo incerto e spaventoso, è considerato inaffidabile e ingestibile. Così, mentre prende piede l’individualismo che cancella il senso di comunità, il passato si trasforma in una condizione rassicurante e nell’unica prospettiva accettabile”. Ma tale tendenza a volgersi indietro potrebbe essere una risorsa importante, se si riuscissero a realizzare alcune delle grandi idee del passato grazie ai mezzi tecno-scientifici che oggi sono a disposizione dell’umanità.