La Triennale di Arti Visive a Roma omaggia il maestro cuprense Nazzareno Tomassetti

Danilo Tomassetti accanto alla scultura del maestro cuprense Nazzareno Tomassetti

di REDAZIONE –

ROMA – Si è aperta l’11 giugno a Roma la IV edizione dell’Esposizione Triennale di Arti Visive  dal titolo “Anni Venti-Global Change”. Il Maestro cuprense Nazzareno Tomassetti è stato omaggiato per il preludio del suo Centenario con un’opera, il “Monaco”, esposta alla galleria Medina Rome Art Gallery, una delle cinque sedi espositive. A rappresentare l’Arca dei Folli oltre al Presidente Danilo Tomassetti, c’era anche l’artista Antonella Spinelli che sta esponendo una sua opera  al palazzo Velli-Expò. Le altre sedi espositive sono Palazzo Borghese, Palazzo della Cancelleria, Galleria della Biblioteca Angelica. Roma riparte con la quarta edizione della Triennale di Arti Visive sostenuta dal Gruppo Start, organizzazione che si occupa di editoria e mostre d’arte internazionali, con la magistrale direzione della dott.ssa Stefania Pieralice, il quale ha coordinato la partecipazione di oltre duecento artisti italiani e stranieri.

«Ad inaugurare quest’anno la mostra  è stato il noto storico Daniele Radini Tedeschi il quale, nel suo appassionato intervento, ha denunciato molte storture istituzionali e sociali che impediscono la crescita culturale e di consapevolezza degli artisti e dei cittadini, invitando con veemennza gli artisti a riprendersi la scena sociale e politica come fecero negli anni Venti, dopo i disastri di guerra e pandemia, le Avanguardie artistiche. – spiega Danilo Tomassetti, sottolineando le parole di Radini Tedeschi “L’arte è sempre occasione per far avvicinare gli artisti, aprire al dialogo, all’incontro e al confronto di visioni ideologiche diverse. La città di Roma, con tale manifestazione, potrà accogliere un interessante fervore culturale, viatico per il domani”. Il Conte Daniele Radini Tedeschi e la dott.ssa Stefania Pieralice, due dei perni di questa manifestazione e curatori di alcuni padiglioni della Biennale di Venezia, sono amici e soci onorari dell’Arca dei Folli, assieme a loro sono state svolte diverse collaborazioni culturali».

La scultura in pietra  il “Monaco” del M° Nazzareno Tomassetti è una tarda opera del maestro, scolpita all’età di novant’anni, esposta dai curatori nella naturalezza della luce romana a fare affiorare uel senso arcaico che aleggia sempre nel nostro animo, uno stato di spiritualità che mai raggiungiamo, un’avanguardia del nostro agire. Opera per questo inserita nella galleria con i progetti d’arte dei nuovi linguaggi. Il M° Antonella Spinelli ha esposto “Pigna Incoronata” opera “Dell’Estetica Paradisiaca” ideata dal prof. Daniele Radini Tedeschi. Quello di Antonella è un progetto mentale, trascritto manualmente su grafica per poi essere trasferito in supporto digitale, un legame tra antico e moderno tra artigianato e modernità delle espressioni artistiche. L’arte della Spinelli è simbolica, evocativa, mette in relazione la carne, il sangue come emozione in relazione con ciò ch’è evanescente la nostra parte spirituale, la corona della nostra anima.

L’Arca dei Folli è stata anche rappresentata come ospite della manifestazione dalla giovane artista Chiara Feliziani, già allieva dei Corsi pittorici dell’Arca diretti dal M° Annunzia Fumagalli. La finalità è quella di avvicinare i giovani della Bottega Artistica Cuprense ai grandi palcoscenici artistici. La mostra il cui indirizzo artistico è stato definito da Gianni Dunil, vanta in ogni sua  edizione autorevoli partecipazioni di critici e storici d’arte che ne hanno dato testimonianza. Da Achille Bonito Oliva a Vittorio Sgarbi sino a Philippe Daverio che nell’edizione 2014 ha dichiarato come “il merito della manifestazione romana è quello di coinvolgere numerosissimi artisti, favorendo lo sviluppo dell’arte italiana”.

Il titolo è estremamente attinente ai tempi che viviamo: “Anni Venti-Global Change” una finestra visuale sui cambiamenti climatici, sociali e geopolitici di un ventennio assai travagliato, caratterizzato prevalentemente dall’attuale decorso pandemico. Gli artisti metteranno in scena con colori, gesti performativi, sculture e scatti fotografici le diverse reazioni individuali di una comunità isolata, scossa e inequivocabilmente travagliata. In un periodo di divisioni sociali, politiche e disuguaglianze economiche “Anni Venti-Global Change” si configura quindi come una riflessione sui tempi attuali. Il fil rouge dei “Ruggenti Anni Venti” frammisti ai dolori della Prima Guerra Mondiale, aggravati dalla successiva febbre epidemica Spagnola, e la fioritura di nuovo dinamismo culturale.

Il linguaggio estetico di gran parte delle opere in mostra sarà di tipo Informale con l’abbandono della figura o della forma e a favore dell’inconscio che plasma la materia, sia essa pittorica, scultorea o estranea alla tradizione (plastica, tessuto, metallo, cemento etc…).  “Anni Venti-Global Change” diviene così spazio libero di confronto, non virtuale ma reale, una fucina di idee nelle quali la spiritualità dell’arte non offre facili risposte ma pone nuove e stimolanti questioni.

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