di PIETRO CANDUCCI –
SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Quello che accadeva fino a un anno fa durante le più buie ore della notte ora è sotto gli occhi di tutti, durante tutti i fine settimana. Alle giuste rimostranze, ai continui appelli dei residenti del centro ora si uniscono le grida di allarme dei commercianti completamente sfiniti non solo per la crisi legata al Covid ma anche a causa della movida pomeridiana. Il centro città da anni è occupato da orde di ragazzini, molti minorenni, che ne fanno territorio di conquista depauperando la più bella passeggiata di San Benedetto del Tronto da quello che è il suo target naturale: famiglie, bambini, normali e civili avventori in cerca di qualche ora di shopping e relax.
Tutto questo ad oggi è impossibile, pur vigendo delle regole ben precise contro gli assembramenti e a tutela della salute e della sicurezza pubblica che, purtroppo, non sono fatte rispettare. Sono ormai tantissimi i commercianti del centro che si ritrovano, al momento durante i fine settimana ma con l’arrivo della bella stagione tutti i giorni, ostaggio nei propri negozi di persone assembrate davanti alle loro vetrine, completamente ubriache o in preda a chissà quali altri tipi di sostanze.
Commercianti che provano con educazione ad allontanarle ma che per tutta risposta ricevono insulti, minacce, improperi non raggiungendo l’obiettivo di veder liberata la propria vetrina ma, al contrario, vedendo aumentata la paura di ritorsioni e violenze alle persone o alle cose. Centinaia nell’ultimo fine settimana le telefonate alle Forze dell’ordine, ai Vigili urbani, a chi insomma deve far rispettare la legge ma, a detta degli stessi esercenti, pochissimi risultati sono raggiunti sia in virtù della maleducazione e sfrontatezza dei ragazzi sia per una eccessiva tolleranza da parte dei controllori.
Non bastano qualche multa o qualche ammonizione: i commercianti del centro chiedono con forza un maggior rigore, un più alto grado di sorveglianza ed un maggior numero di personale addetto al controllo e al rispetto delle regole e della legge, che è assolutamente chiara in tal senso. É corretto tutelare le attività che in questo momento sono maggiormente gravate dalla crisi economica ma è altrettanto giusto non abbandonare tutti gli altri settori vitali per il commercio sambenedettese che in questo momento si sentono soli, abbandonati, impauriti e alla mercè di questi “barbari” – così li definiscono – violenti e maleducati.
Oltre alla paura per la propria salute e per la risalita dei contagi da Covid che questi assembramenti inevitabilmente comportano, il problema ancora più evidente è il calo dei fatturati che consegue alla riduzione di ingressi nei negozi legata alla presenza di queste persone davanti alle vetrine. Quello che raccontano molti commercianti è che gli stessi loro clienti evitano di raggiungerli per lo shopping perché impauriti e chiedono di andare in orari particolari proprio per evitare strani incontri: tutto ciò sta producendo, quindi, un duplice danno.
Da una parte un ulteriore peggioramento economico di attività commerciali già ridotte sul lastrico dalla pandemia per le quali la movida molesta rappresenta il colpo finale prima della definitiva chiusura e conseguente fallimento: dall’altra lo svuotamento del centro città di aziende ma soprattutto delle persone che normalmente solevano frequentarlo e che ora non lo fanno volentieri a causa di questo imbarbarimento che lo contraddistingue ormai da mesi nelle ore pomeridiane.
I commercianti, come i residenti, sono esasperati e chiedono un’azione più incisiva affinchè questo fenomeno sia per lo meno tenuto sotto controllo e monitorato costantemente, pena la loro sopravvivenza ma soprattutto la vivibilità e l’immagine della nostra città. La città abbandonata, il commercio abbandonato, i residenti abbandonati segnano il fallimento totale di una politica incline più agli annunci e meno ai fatti. IL COMMERCIO CHIEDE AIUTO prima che sia troppo tardi e prima che si agisca in maniera più dura.
(Pietro Canducci, Comitato Commercianti)
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