Macerata, in eredità ai Musei Civici le opere del Novecento della collezione Marchetti Catinelli

di REDAZIONE –

MACERATA – I Musei Civici di Macerata accolgono il lascito della collezione di opere d’arte costituita nella seconda metà del Novecento da Marcella Marchetti Catinelli, raffinata collezionista maceratese che ha voluto lasciare in eredità al Comune di Macerata e alla Pinacoteca comunale oltre 46 opere raccolte nel corso di una vita insieme al marito per la grande passione per l’arte contemporanea, venuta a mancare nel 2019. La donazione va ad arricchire il percorso permanente del Novecento di Palazzo Buonaccorsi con oltre quaranta opere di notevole interesse storico artistico. Alcune sono di autori già presenti come Peruzzi, Monti, Sante Monachesi, Remo Brindisi, Licata, Schifano, altre di importanti protagonisti come Ciarrocchi, Emilio Notte, Tamburri, André Verdet e Amine El-Bacha. Dal 14 luglio al 18 ottobre con la mostra “Il Coraggio di donare. La Collezione Marchetti Catinelli ai Musei Civici di Palazzo Buonaccorsi” i musei esporranno al pubblico l’intera collezione quale esempio della vivacità culturale e dello straordinario valore civico dimostrato nella volontà di accrescere il patrimonio comune a godimento dell’intera collettività.

«Credo che la soddisfazione più grande per chi amministra una città – interviene il sindaco Romano Carancini – sia cogliere nei gesti e nelle parole dei cittadini il senso di appartenenza alla comunità. Ancora più significativo è assistere alla generosità di chi per una vita coltiva un interesse e oggi sceglie di mettere a disposizione i frutti della sua ricerca, donandoli alla collettività, sia perché essi vengano apprezzati e liberamente ammirati, sia perché essi vadano ad arricchire l’offerta culturale del territorio. La spontanea condivisione delle bellezza è essa stessa bellezza. E orgoglio per una città che non smette di crescere».

«La storia culturale di Macerata è una storia generosa: la pinacoteca di Macerata nasce nel 1860 con una donazione del cavalier Antonio Bonfigli che donò la sua collezione di 26 dipinti per la costituzione di una “Pinacoteca patria” e già nel 1835 il bibliofilo Tomaso Maria Borgetti aveva donato delle opere di sua prorpietà. – ricorda l’assessore alla cultura Stefania Monteverde.- Per questo la donazione della collezione Marchetti ancora una volta è un esempio di grande senso civico, di un’etica del collezionismo che nasce per passione privata ma diventa dono generoso alla collettività e bene comune per il benessere di tutti. Siamo grati a Marcella Marchetti. Ci auguriamo che  il suo gesto diventi un modello per molti».

Gildo Pannocchia, presidente dell’Istituzione Macerata Cultura, che ha curato il lascito e l’allestimento della mostra ad esso dedicato: «Abbiamo la straordinaria occasione di ammirare opere di artisti tra i più noti del XX secolo, Monachesi, Schifano, Brindisi, solo per citarne alcuni, ma anche per riflettere su una questione oggi così centrale per i nostri tempi: l’amore che muove il singolo a dedicare un’intera esistenza a ricercare e raccogliere frammenti d’arte e infine a donarli alla comunità in un continuum che dal privato giunge al collettivo. – continua Pannocchia.-  È nel cuore che risiede l’etimo della parola coraggio: avere cuore di donare. Dunque, è proprio per questo motivo che il gesto tanto grande quanto inestimabile di Marcella Marchetti non solo va ringraziato ma anche ammirato come un lascito che sempre rinnova l’idea di un patrimonio che non è proprietà ma bene di tutti e per tutti».

In queste parole il ricordo affettuoso di Giorgio Marchetti, fratello di Marcella: «L’indole generosa e artisticamente curiosa di Marcella è sempre stata evidente sin da giovane e non è venuta meno neppure dopo il trauma della perdita della sua amata bambina. Ha sempre condiviso la passione per il bello con il marito Gigi, nei numerosi viaggi dai quali riportava sempre qualche prezioso ricordo». In sintonia con il tema #biancocoraggio del Macerata Opera Festival l’Istituzione Macerata Cultura celebra la scelta di donare il patrimonio alla città e  avvia una riflessione sulla ricchezza e sulla ricettività culturale di un territorio entro il quale i Musei, a partire dagli anni Settanta del Novecento, hanno svolto un’azione di costante promozione e confronto.

Le opere, nelle sale espositive del museo, allestite come nella casa di Marcella Marchetti e del marito Luigi Catinelli, descrivono dettagliatamente il gusto di quel collezionismo diffuso volto a cercare e a individuare  i maestri e le opere che potessero soddisfare la loro personalissima idea dell’arte. Attraverso una visione d’insieme, al contempo coerente e intensa, la raccolta dà conto delle scelte estetico-affettive dei proprietari e al contempo restituisce la vitalità del clima culturale cittadino secondo una prospettiva unica, ma anche privilegiata, perché ogni pezzo narra una storia a sé e rappresenta un momento straordinario nel racconto delle dinamiche storico-artistiche del ‘900. La donazione è stata acquisita al patrimonio pubblico con una delibera del Consiglio Comunale.

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