Gli acquerelli di Aligi Sassu in mostra fino al 12 febbraio alla Palazzina Azzurra

di REDAZIONE –

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – La splendida mostra “Aligi Sassu illustra I Promessi Sposi di Alessandro Manzoni”, visitabile nei locali della Palazzina Azzurra di San Benedetto non chiuderà più il 16 gennaio ma, considerato il grande successo di pubblico, è stata prorogata fino al 12 febbraio. Ideata e curata da Rosalba Rossi con allestimento di Francesca Amadio e promossa dalla Fondazione Banco di Napoli, con la partecipazione della Fondazione Casa del Manzoni ed il patrocinio del Comune di San Benedetto del Tronto, l’esposizione dei 58 acquerelli realizzati da Aligi Sassu su incarico dell’editore Giampiero Giani, per illustrare I Promessi Sposi di Alessandro Manzoni, hanno calamitato l’attenzione di molti visitatori, tra i quali si segnala un pullman appositamente giunto in Riviera da Udine durante il periodo natalizio e, in particolare, la sentita partecipazione delle scuole del territorio. Motivo per cui il Comune di San Benedetto del Tronto, insieme alla Fondazione Banco di Napoli, ha deciso di prolungare il periodo espositivo per consentire una maggiore visione delle opere di Sassu da martedì a domenica, dalle ore 10 alle 13; dalle 16 alle 19. Chiuso il lunedì. Una particolarità: la mostra alla Palazzina Azzurra di San Benedetto del Tronto, è una delle prime esposizioni dell’intera opera dei 58 acquerelli, fuori dalla sua sede permanente.

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STORIA DEGLI ACQUERELLI
Gli acquerelli (formato cm 40,50 X 29,50) sono stati realizzati nell’inverno del 1942 – 43 a Zorzino sul Lago d’Iseo, dove l’artista si era ritirato, essendo sorvegliato speciale, dopo l’uscita dal carcere nel quale era finito per attività antifascista. Questo periodo di ritiro è caratterizzato da un intenso lavoro creativo in cui, oltre ai 58 acquerelli oggetto dell’esposizione, vedono la luce opere che saranno considerate tra i maggiori capolavori dell’artista, come la grande “Deposizione”, opera attualmente in Vaticano, e “I martiri di Piazzale Loreto”, un dipinto che completato, appunto, nel 1944, sarà poi esposto alla Biennale di Venezia nel 1952 e, su indicazione di Argan, sarà acquistato dalla Galleria d’Arte Moderna di Roma (esposto poi fino allo scorso 28 Giugno 2019 in una mostra presso la Fondazione Prada di Milano).

La raccolta dei 58 acquerelli de “I Promessi Sposi” è stata sempre considerata dallo stesso Sassu l’opera sua più significativa nel campo dell’illustrazione, preceduta da una produzione di circa 125 disegni e schizzi preparatori. Il committente editore Giani, tuttavia, nel 1944, non la pubblica ed Aligi Sassu è così costretto a venderla a Renato Perugia, amico e gioielliere di Milano, il quale in seguito la cederà, ad insaputa dello stesso artista, ad altro collezionista. Nel 1977, considerati oramai dispersi, gli acquerelli vengono ritrovati intatti (tutti ad eccezione di uno solo, che si saprà, poi, finito nella casa di Savona della scrittrice Annaviva Acquaviva) nella collezione di Gino Cerastico, industriale farmaceutico milanese. Per una delle strane coincidenze che la storia spesso propone, nell’anno 1977 cade proprio il 150° anniversario de I Promessi Sposi.

Nel 1982, alla morte di Gino Cerastico, la di lui vedova offre a Sassu la possibilità di riacquistare i 57 acquerelli in suo possesso. L’artista prende tempo, considerando eccessiva la richiesta avanzata da Luisa Cerastico Zecca, che, pertanto, conclude la vendita degli acquerelli ad Alfredo Paglione (cognato di Aligi Sassu) nella sua celebre Galleria 32 di via Brera a Milano. Lo stesso gallerista e mecenate Alfredo Paglione si adopera quindi sin da subito per riuscire a pubblicare l’opera. La pubblicazione avviene in pochi mesi, a cura di Michele Calabrese della Casa Editrice Art Market di Monterotondo (Roma).

Viene realizzata un’edizione monumentale di grande formato, numerata per singolo pezzo e corredata dalla prefazione di Giancarlo Vigorelli, presidente della Casa del Manzoni a Milano, dove la pubblicazione viene presentata alle Autorità (tra cui anche il cardinal Colombo), in data 5 Maggio 1983, insieme agli acquerelli originali.
Dopo questa prima manifestazione milanese, i 57 acquerelli sono stati oggetto di ulteriori esposizioni, in Italia e all’estero. Nel 2002, i coniugi Alfredo Paglione e Teresita Olivares, volendo destinare l’intera raccolta dei 57 acquerelli alla Città di Chieti, la donano alla Fondazione Cassa di Risparmio della Provincia di Chieti.

Nel 2003 il capolavoro manzoniano di Aligi Sassu torna, infine, alla sua integrità originale. Dopo un’attesa di venti anni, infatti, alla morte di Annaviva Acquaviva, i coniugi Paglione riescono ad acquistare l’unica tavola mancante, la Tavola LIII, quella dedicata alla peste, ricomponendo l’intera opera. Per l’occasione, la Fondazione Cassa di Risparmio della Provincia di Chieti propone la ripubblicazione in una lussuosa edizione (completa del testo de “I Promessi Sposi”) dell’intera opera che dallo stesso anno 2003 ha trovato dimora definitiva nella Citta di Chieti, al Museo Palazzo De’ Mayo. Quest‘ultimo, dallo scorso 22 Maggio 2019, a seguito della fusione per incorporazione della Fondazione Chieti, è la sede in Abruzzo della Fondazione Banco Di Napoli. Questa mostra alla Palazzina Azzurra di San Benedetto del Tronto, è quindi una delle prime esposizioni dell’intera opera dei 58 acquerelli, fuori dalla sua sede permanente.

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