di ELIANA ENNE –
«La musica insegna ad ascoltare e ad ascoltarci. Un grande musicista non è chi suona più forte, ma chi ascolta più degli altri». Chi parla è il grande Ezio Bosso, il geniale e pluripremiato compositore che mercoledì 27 giugno è stato ospite speciale della Conferenza sulla cultura europea a Bruxelles. Un intervento di pochi minuti, eppure sufficiente a toccare l’anima dei presenti, che si alzano in piedi ad applaudirlo commossi.
Pianista e Direttore d’orchestra di fama internazionale, una passione per la sua arte che traspare dal profondo dei suoi splendidi occhi, da tanti anni combatte contro una sindrome neurodegenerativa che però non gli impedisce di continuare a suonare. La sua terapia è la musica, quella forma di comunicazione che non conosce barriere e che gli ha permesso di apprezzare fin da bambino artisti straordinari di differenti nazionalità. Perché questo è il bello di chi fa musica: se ne frega dei confini. «Schubert spese i suoi ultimi soldi per andare a sentire Paganini».
Sono giorni in cui riceviamo da più parti messaggi rabbiosi, intimidatori, che fomentano rabbia, rancore, che esasperano il clima internazionale già abbastanza provato dal difficile momento storico che stiamo vivendo. E poi arriva un uomo semplice, timido, magrissimo, persino impacciato eppure, con tutte le difficoltà che la sua condizione fisica gli impone, sorride alla vita e invita a fare altrettanto. Siamo soliti dare al verbo “perdere” una connotazione negativa, ma invece perdere le paure e i pregiudizi sarebbe estremamente positivo, potrebbe essere la strada per avvicinarsi e stare tutti meglio. Perché i Paesi europei sono come i componenti di un’unica, grande orchestra e perché «la musica, come la vita, si può fare in un solo modo: insieme».
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