Cinque buoni motivi per vedere “The Post”

di ELIANA NARCISI (ELIANA ENNE) –

Cinque buoni motivi per vedere “The Post” di Steven Spielberg, con Meryl Streep e Tom Hanks, nella sale dal 1 febbraio

LA TRAMA AVVINCENTE
Nel 1967 il Segretario alla Difesa americano commissiona uno studio riservato sulla guerra in Vietnam (Quaderni del Pentagono), settemila pagine che fanno luce su trent’anni di segreti e documentano come le amministrazioni Kennedy e Johnson abbiano mentito al popolo americano, specie sul reale scopo della guerra, sugli omicidi di massa e sulla scarsa possibilità di uscirne vincitori. Il rapporto dovrebbe rimanere segreto ma Daniel Ellsberg, uno dei suoi redattori, copia tutti i documenti per poi venderli al New York Times. Il presidente in carica Nixon ottiene un’ingiunzione per bloccare la pubblicazione e Daniel Ellsberg allora, contattato anche da Ben Bradlee (Tom Hanks), direttore del Post, decide di consegnargli una copia dei Pentagon Papers. Non vi svelerò quali saranno le reazioni dell’amministrazione e cosa accadrà a entrambe le testate, ma The Post è un thriller magistralmente costruito che inchioda davanti al grande schermo anche lo spettatore che dovesse conoscere già l’esito dell’intera vicenda.

 LA CREDIBILITA’ DELLA STAMPA
Steven Spielberg prende una posizione netta rispetto all’amministrazione Trump (che mina continuamente la credibilità dei giornali) e anche nei confronti degli “amici” di questo o quel potere, che scambiano favori e rifiutano di pubblicare notizie scomode e proprio per questo hanno perso la fiducia del cittadino. In un mondo dominato dalle fake news, il film costituisce un appello alla stampa affinché torni libera e autentica.

LE DONNE AL POTERE
Kay Graham è una donna al comando in un ambiente governato da soli uomini, la rivoluzionaria che ha cambiato la storia, il simbolo dell’emancipazione femminile in ambito professionale. La sua non è una battaglia nuova. Sono fiera di collaborare con un giornale diretto da una donna, ma la strada per superare le discriminazioni rimarrà ancora lunga finché si guarderà al maschilismo come a un problema delle donne, e non degli uomini.

I PROTAGONISTI
Meryl Streep si conferma l’attrice giusta al posto giusto, non si riesce a coglierla in fallo, passa con estrema disinvoltura dalla commedia al dramma, dall’ironia al romanticismo, alterna ruoli impegnati ad altri leggeri e talora grotteschi. Ventuno volte candidata al Premio Oscar e ben trentuno al Golden Globe, oggi è Katharine Graham, editrice del Washington Post grintosa e credibile. E poi che dire… ah sì, c’è anche Tom Hanks, certo.

COINCIDENZE?
Esce nelle sale italiane proprio oggi, anniversario di una data storica: il 1 febbraio 1945 viene introdotto il suffragio universale e per la prima volta viene riconosciuto anche alle donne il diritto di voto. La conquista dei  diritti politici non fu la semplice estensione dei principi già vigenti per gli uomini, quanto piuttosto l’esito di una dura battaglia per affrancarsi dalla soggezione a cui erano sottoposte anzitutto nella sfera privata.