Lo zar è morto viva lo zar. Per una notte Roma rivive i fasti dei Romanov

di REDAZIONE –

La voglia di nostalgia è grande, e spesso siamo convinti che nasconda una completa disillusione nei confronti del futuro. In Italia, come in Germania, non perdono occasione per celebrare la date importanti di quello che chiamarono il “patto d’acciaio” o della Triplice, Roma-Berlino-Tokyo. Essendo stati i giapponesi diversamente dissuasi dal festeggiare l’era dei kamikaze, sono rimasti solo gli italiani e i tedeschi a rimpiangere quegli anni nefasti, e nessuno pensi sia folklore.
Però capita che nelle grandi ville d’Europa, al riparo da qualsiasi sguardo molesto, i nobili celebrino ancora Francesco Giuseppe e la Principessa Sissy, Louis XIV e Maria Antonietta, Napoleone e Giuseppina e, in un anfratto della Senna, Marat, Danton e Robespierre.
Ogni occasione è buona per ricordare e celebrare, meno per progettare il futuro, come se il futuro fosse oggi e del domani non ci fregasse nulla.
A Roma però, in piena Via Veneto, al Grand Hotel Excelsior, il luogo adorato da Fellini e da re Faruk oltre che dalla scandalosa ballerina e spogliarellista Aiché Nanà, i nostalgici dei Romanov, ultima famiglia imperiale russa, hanno dato il meglio di sé stessi.
Oddio, poteva sembrare Carnevale, ma tutti gli ospiti intervenuti, e non erano solo russi, si sono abbigliati esattamente come nelle grandi feste di palazzo di Mosca e di San Pietroburgo, con tanto di divise, colbacchi, stivali, mustaches e salamelecchi (però mancavano i cavalli).
Alle buonanime, trucidate il 17 luglio del 1918, gli ospiti hanno dedicato prima le danze virginali delle ballerine della scuola Junker, poi un’ondata alcolica di Vodka, Champagne e vino rosso che manco alle mitiche feste del dottor Zivago.
I giovani russi, infine, hanno aperto le danze entrando in parata, innalzando le bandiere della loro terra, della Casa Imperiale e intonando l’antico Inno russo accompagnato da tamburi e trombe. Più di 400 i partecipanti e grandissimo successo per la celebrazione della più conservatrice casa imperiale d’Europa, quando ancora c’erano gli imperi.