Il doping uccide lo sport, Report 2017 in Italia

di ROSITA SPINOZZI –

Il doping uccide lo sport. Chi fa doping inganna se stesso e il prossimo, compromette la propria salute, diventa schiavo di una sostanza che non ha nulla a che vedere con lo sport. Il doping è menzogna, lo sport salute. Una premessa doverosa per accompagnare il Report 2017 sull’attività di controllo antidoping effettuato nell’anno 2016 dal Ministero della salute, Istituto superiore di sanità, riferito a  191 manifestazioni sportive: nel 90,6% di queste (173 manifestazioni) i controlli si sono svolti regolarmente, mentre in 18 non sono stati portati a termine (9,4%).

Dai risultati delle analisi condotte dal laboratorio antidoping della FMSI (Federazione Medico  Sportiva Italiana), è emerso che degli 806 atleti controllati, 22 sono risultati positivi ai test antidoping  (il 2,7%). In particolare, è stata rilevata una sostanziale differenza di genere tra gli atleti risultati positivi: si  osserva infatti che la percentuale di positività è pari al 3,3% per gli uomini e all’1,3% per le donne.

Prendendo in esame i risultati delle analisi di laboratorio relative ai 224 atleti controllati su disposizione dei NAS, si rileva che 15 atleti sono risultati positivi ad una o più sostanze vietate per doping (6,7%). Di questi 15 positivi, 12 erano atleti maschi (6% dei 201 atleti maschi controllati) e 3 atleti di sesso femminile (13% delle 23 donne controllate).

Ma i  dati più interessanti riguardano l’andamento in crescendo della curva negli ultimi dieci anni. A partire dall’anno 2003 la CVD ha effettuato controlli antidoping a campione sugli atleti afferenti alle Federazioni Sportive, alle Discipline Sportive Associate, agli Enti di Promozione Sportiva. Nel corso dei 14 anni di attività antidoping  della CVD sono stati controllati 18.489 atleti (12.497 maschi e 5.992 femmine) con un’età media di 27 anni: di questi 567 (483 maschi e 84 femmine, il 3,1% del campione esaminato), sono risultati positivi ad una o più sostanze vietate. Nel dettaglio, è possibile osservare come negli atleti di sesso femminile la percentuale di positivi sia costantemente più bassa rispetto agli atleti di sesso maschile, i quali hanno fatto registrare i valori percentuali massimi nel corso degli anni 2008, 2010 e 2014.

Nell’anno 2008 la percentuale degli atleti risultati positivi ai controlli antidoping ha superato per la prima volta la soglia del 3,0%: tale soglia è rimasta pressoché invariata nel corso degli anni, arrivando tuttavia a superare in alcuni anni la soglia del 4%. Nel 2010 si è raggiunta la percentuale di soggetti positivi ai controlli antidoping più elevata (4,8%), nel 2005 la più bassa (2,0%).

Inoltre nel 2008 e 2010, anni caratterizzati da importanti incrementi nelle positività, il Centro e il Sud Italia si sono distinti per aver ospitato eventi sportivi nei quali sono state rilevate le percentuali di positività più alte mai registrate nel corso dei controlli (rispettivamente dell’8,2 e 9,0%). Nel periodo 2003-2016 sono stati sottoposti a controlli antidoping 9.657 atleti che hanno preso parte a gare svolte nel Nord Italia: di questi, 238 sono risultati positivi (2,5%). Al Centro, su 4.965 controlli effettuati, 179 atleti sono risultati positivi (3,6%) mentre al Sud ed Isole, a fronte di 3.867 atleti controllati, sono stati riscontrati 150 casi di positività (3,9%).