Franco Pirzio, eclettico nell’arte e nella vita

L'eclettico Franco Pirzio con Domenico Parlamenti

di GIAMPIETRO DE ANGELIS –

Nel tracciare un breve ricordo di Franco Pirzio, che purtroppo non ho avuto il piacere di conoscere di persona, ma solo indirettamente, si va incontro ad un quesito: da dove iniziare? Piccolo dilemma, se si vuole, ma anche ironico e quasi antinomico perché in Pirzio il concetto stesso della vita, da quanto apprendo, è arte e ironia. Arte a tutto tondo e tutto campo. Inizio da un aspetto che mi ha subito incuriosito e corrisponde alla sua scelta abitativa, che rappresenta un minimo comun denominatore con altri artisti, dal campo fumettistico all’attoriale. Era nato a Roma ma, nel tempo, si era stabilito a Grottammare.

Ecco, proprio Grottammare. Chi è del posto già immagina altri nomi, che ometto per non far tutto a nessuno, altre personalità eclettiche che hanno fatto una scelta simile, frequentando la cittadina rivierasca, con il suo borgo antico, tra i più belli d’Italia, ma non solo: direi che è tutto il Piceno, con la sua storia, la morfologia collinare che gioca tra rocche e vallate, vigneti e frutteti, antiche dimore e casali, serpeggiando dai sentieri fino ai lungomari, ad esercitare un richiamo sottile che, talvolta, vien meglio notato – ed amato – da chi è nato altrove. Tant’è che a quei borghi e sentieri, torri e mura, persone e luoghi, Pirzio ha dedicato molto della sua maestria artistica, con l’immaginazione del visionario geniale, amante dell’iperrealismo.

Franco Pirzio è stato tutto e di più, con insaziabile curiosità per l’espressione d’arte nelle sue molteplici forme: professionista del designer d’interni, in primis, ma anche eccellente acquarellista, esperimentatore di tecniche e scrittore. Tra i tanti eventi che lo hanno visto protagonista, ne ricordiamo alcuni. Nel maggio del 2015, nel chiostro conventuale di Santa Maria dei Monti di Grottammare, veniva presentato un calendario sui generis, dedicato alla Quintana di Ascoli Piceno: “Facce da Quintana”. Dodici ritratti ad acquerello di dame e figuranti, realizzati con la preziosa collaborazione dell’amico Nando Perilli.

L’anno precedente aveva presentato “P.I.C.E.N.U.M.”, presso Palazzo dei Capitani, in piazza del Popolo ad Ascoli. Un’opera memorabile, con un centinaio di acquerelli sui luoghi del Piceno. Tra le ultime apparizioni pubbliche, c’è la presentazione, avvenuta a Grottammare nel 2017, del suo libro “Trilogia Microcosmica”, raccolta dei suoi precedenti lavori.
Vorrei concludere con le parole dello scrittore giallista Domenico Parlamenti che aveva incontrato Pirzio nel 2013, in occasione di una esposizione dell’artista a Porto d’Ascoli.

Domenico racconta la sua sorpresa nel vedere Franco Pirzio, così alto di statura, con il suo stile inconfondibile, ricercato e volutamente un po’ stravagante, ma niente affatto altezzoso e tutt’altro che inavvicinabile, al punto che il fotografo, che stava effettuando infiniti scatti a distanza ravvicinata, non lo disturbava affatto. Pirzio sapeva stare al gioco, sapeva interloquire con squisita disponibilità, perché, non dimentichiamolo, anche la dialettica è arte, o meglio: può esserlo. In lui lo era.

«Il nostro colloquio – racconta Parlamenti – durò circa quindici minuti. Ciò che mi colpì molto fu come gli piaceva vivere a Grottammare, la profonda conoscenza dei nostri luoghi e come li amasse sinceramente. Ci lasciammo con la possibilità di fare qualcosa insieme, io come organizzatore di una sua mostra, cosa purtroppo che non facemmo mai. Ci sentimmo telefonicamente il giorno dopo per le foto. Così come a volte accade, anche questa fu una delle mie tante occasioni mancate, di lui ho solo le foto e un numero di cellulare che non chiamai più».

Oggi, purtroppo, telefonare a quel numero sarebbe del tutto inutile. Franco Pirzio ha lasciato questo mondo tre anni fa, nel febbraio del 2018, a soli 71 anni, lasciando sicuramente un vuoto nella cultura e tra chi lo frequentava.

Copyright©2021 Il Graffio, riproduzione riservata