“La Chiesa e il fenomeno delle sette”, l’11 marzo nuovo incontro online del Gris

di REDAZIONE –

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – In modalità online continuano gli incontri di formazione organizzati dal Gris diocesano con la collaborazione di don Lorenzo Bruni, direttore della Scuola di Formazione Teologica Diocesana. L’aumento degli iscritti al corso denota l’interesse per l’argomento del fenomeno delle sette. Siamo giunti al terzo incontro dal titolo «La differenza tra la meditazione cattolica e la meditazione trascendentale» che si terrà giovedì 11 marzo 2021 alle ore 21.15 e sarà tenuto da don Francesco Mangani, della diocesi di Ascoli e parroco di Roccafluvione. Il prof. Mangani ha anche insegnato presso l’istituto di Scienze Religiose di A. P. È cofondatore e assistente spirituale dell’associazione Il Portico di Padre Brown che si dedica alla valorizzazione delle arti e all’organizzazione di eventi culturali nel territorio e non solo.

Giancarla Perotti del Gris così introduce tale tematica: «La meditazione trascendentale (M. T.) si distingue per l’uso del mantra che viene dato dal maestro. Le meditazioni sono fatte in silenzio contemplando il respiro. Si utilizzano il mantra e il respiro come oggetto di contemplazione. Essa si rifà a una tradizione, molto antica, tratta dai Veda, libri sacri dell’Induismo. La M.T. nasce nel 1950 per opera di Maharishi Mahesh Yogi. Coloro che insegnano la M.T. ci tengono a ripetere che questa tecnica può essere fatta dalle persone di tutte le religioni e quindi anche dai cattolici. Mi sorge spontanea una domanda: Ma come può un cattolico recitare un mantra come per esempio «la conoscenza scientifica mi guida»?

È impossibile. Perché il cattolico è guidato dal Signore Gesù Cristo con la sua Parola; oppure recitare un altro mantra «So Ham» che letteralmente significa «Io sono quello» e che per l’organizzazione di M. T. indica la connessione profonda di ognuno con l’Universo intero. Con questo non intendo affermare che la scienza per i cattolici non è importante, ma che la scienza e la fede devono ininterrottamente intrecciarsi fra di loro. «La fede e la ragione sono come due ali, con le quali lo spirito umano s’innalza verso la contemplazione della verità» così inizia l’enciclica Fides et Ratio di Papa Giovanni Paolo II, massimo esponente della fede e grande filosofo acclamato “Santo subito” pochissimi giorni dopo la sua morte.

Un’alleanza di cui è prova la frase «scienza e fede sono entrambe doni di Dio» incisa su ferro ed esposta agli scienziati di tutto il mondo al Centro di cultura scientifica”. Tutt’altra cosa è la Meditazione Cattolica. L’introduzione della Lettera ai Vescovi della Chiesa Cattolica su alcuni aspetti della Meditazione Cristiana, pubblicata il 15 ottobre 1989 dalla Congregazione della Dottrina per la Fede, recita: «essa si configura, propriamente parlando, come un dialogo personale, intimo e profondo, tra l’uomo e Dio. Essa esprime quindi la comunione delle creature redente con la vita intima delle Persone trinitarie. In questa comunione, che si fonda sul battesimo e sull’eucaristia, fonte e culmine della vita della Chiesa, è implicato un atteggiamento di conversione, un esodo dall’io verso il Tu di Dio» (n 3). Ma questo tema sarà trattato magistralmente dal relatore Mangani che da anni si dedica alla pastorale della spiritualità organizzando momenti di preghiera meditativa nel santuario di Gimigliano.

Ha pubblicato alcuni libri sull’argomento, tra cui «Desiderio e Silenzio» proprio sulla meditazione cristiana e afferma che “la meditazione cristiana ha un suo specifico che non può essere né confuso né corrotto da influenze sincretiche in linea con le mode del momento. Essa non può essere ridotta ad un individualismo spirituale. Non è infatti una “tecnica” come la meditazione trascendentale, con lo scopo di ottenere un semplice benessere psicosomatico, ma è soprattutto ricerca di Dio. La meditazione cristiana ha come fine riscoprire la presenza di Cristo nella nostra vita per maturare con lo stesso Signore un dialogo vivo e trasformante. È in sintesi un camminare, con l’aiuto della grazia, sulla “via della carità”».

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