“L’uovo di cavalla”, il nuovo libro di Antonio De Signoribus conquista stampa e social

di ROSITA SPINOZZI –

CUPRA MARITTIMA – “L’uovo di cavalla” (Zefiro Edizioni), il bellissimo libro dello scrittore e filosofo cuprense Antonio De Signoribus, continua a calamitare l’attenzione pubblica e l’interesse di un numero sempre più crescente di lettori. Ed è così che, dopo il riconoscimento Marchio di Qualità assegnato nell’ambito dell’edizione 2020 del Premio di Microeditoria Italiana a Chiari, Capitale del Libro 2020, l’ultima fatica letteraria del nostro Grimm marchigiano è stata oggetto di un interessante articolo pubblicato sulla terza pagina del Corriere della Sera, mentre il 3 marzo alle ore 21.15  De Signoribus sarà intervistato da Francesco Maglianesi. L’evento si svolgerà sulla piattaforma StreamYard e sarà trasmesso sulla pagina Facebook “Una Mole di libri – Fiera virtuale della piccola e media editoria” e sul canale YouTube “ÈDI.MARCA Editori”. La diretta verrà inoltre condivisa dalla pagina Facebook di Zefiro Edizioni.

Antonio De Signoribus, scrittore e filosofo, è uno dei più importanti studiosi nazionali di cultura orale. Il suo ultimo lavoro, il quinto: “L’uovo di Cavalla”, edito da Zefiro, si compone di ben 65 racconti, con un sottotitolo altrettanto intrigante come “Fiabe, leggende e storie bizzarre raccolte e riscritte”. È un viaggio nella cultura popolare delle aree contadine del centro Italia, una esplorazione nel tempo e nello spazio di quel che la tradizione orale ci ha tramandato relativamente a credenze e paure, sortilegi ed imbrogli, ma anche a incantamento, stupore, meraviglia e magia.

Il libro si apre con una interessante nota dell’autore che spiega come il libro è stato strutturato, la valenza fondamentale che riveste, da sempre, la fiaba popolare per la crescita dei bambini, anche in chiave psicoanalitica. L’autore, citando Bettelheim, afferma “che la fiaba popolare nel rispecchiare la visione magica e animistica che il bambino ha delle cose, i suoi stupori, le sue paure, i suoi desideri impossibili, esorcizza incubi sepolti nell’inconscio, placa inquietudini, aiuta a superare insicurezze, ad accettare responsabilità con un linguaggio non realistico da lui pienamente recepibile”.  Le fiabe, chiaramente non sono solo per i bambini, ma curano anche gli adulti.

Nel libro spicca anche la dotta introduzione “La scrittura affabulante” di Allì Caracciolo, docente all’Università di Macerata, sull’attività dell’autore e sulla sua scrittura. Caracciolo, riferendosi a De Signoribus, scrive: «La sua è una scrupolosa e puntuale ricerca delle fonti, impresa non nuova per lui, attento studioso che ha già esplorato il territorio marchigiano nell’ambito della fiaba, delle leggende e superstizioni e che, con questo nuovo lavoro, estende la sua attenzione ad un piano nazionale, pur non mancando qualche riferimento al territorio della Marca. Tuttavia, del materiale raccolto Antonio De Signoribus, cura una sorta di elaborazione formale, che disancori il linguaggio dalla tradizione stilistica ottocentesca e lo rende maggiormente dinamico e immediatamente fruibile, pur conservando intatti, e rafforzando, locuzioni, anacoluti, fraseggio che orientano il procedimento narrativo su un piano spiccatamente popolare».

Il libro si articola in sette capitoli, numero magico per eccellenza, ed i protagonisti di queste storie sono personaggi  alternativamente fortunati o sfortunati, animali e spiriti irrequieti, streghe e giganti, tutto quel sottobosco di creature che subiscono la magia, o che riescono ad interpretarla in situazioni a volte drammatiche, altre volte ironiche e persino comiche. «Scrivere – disse una volta Calvino – è sempre nascondere qualcosa in modo che venga poi scoperto». Ebbene nel libro di Antonio De Signoribus c’è davvero molto da scoprire. Un libro da non perdere, dunque, e da leggere preferibilmente accanto al fuoco mentre fuori fa freddo oppure nevica.

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