Tesino, il fiume sacro è in pericolo di vita

Fiume Tesino presso la foce

di AMERICO MARCONI –

Il circolo Legambiente Lu Cucale di San Benedetto del Tronto, attraverso il presidente Sisto Bruni, ha comunicato che alla foce del fiume Tesino si è osservata una moria di pesci e anguille. Si ipotizza un avvelenamento dell’acqua da sostanze tossiche. Il circolo si augura che, nello spirito del documento chiamato Contratto del fiume Tesino firmato l’anno passato da vari sindaci dei Comuni che gravitano intorno al fiume, si facciano le indagini del caso. Il fatto ha suscitato una vivace dialettica politica nel Comune di Grottammare: tra la pentastellata Alessandra Manigrasso e il consigliere BrunoTalamonti, già riportata sulle nostre pagine. Noi che siamo nati e vissuti intorno al fiume conosciamo da decenni i fattori che stanno uccidendo il Tesino. Sono essenzialmente due. Il primo è l’inquinamento da sostanze tossiche e da materiali, plastici in particolare. Il secondo è la siccità, di anno in anno più evidente, che per mesi riduce il fiume, a piccolo ruscello. Ruscello che in estate a tratti scorre sottoterra. Ciò determina pozze di acqua stagnante che, una volta inquinate, risultano invivibili per pesci e anfibi.

Eppure il Tesino è antichissimo, nobile e sacro fiume. Nasce a Force, nel Comune di Rotella, a 750 metri di altitudine. E si riversa nel mare Adriatico dopo un percorso di trentasette chilometri. La sua foce è nel Comune di Grottammare. In latino fu nominato Tessinus. Il suo nome richiama pure la parola umbro etrusca Thusein che significa “sacrificio” e stesso significato ha la voce greca Thisias. Ma è legato pure alla radice greca Theshinil sacro” da cui il dialetto Tescì. Un luogo sacro, sulla riva sinistra del fiume, fu il Tempio della Dea Cupra, dove potevano avvenire riti sacrificali. La sua esistenza è testimoniata dall’epigrafe del 127 d. C. dell’imperatore Adriano che lo restaurò. Scritta murata nella Chiesa di San Martino a Grottammare. Chi conosce il fiume sa da sempre che è luogo sacro. Sacro perché testimonianza di vita: le nostre madri lavavano nelle sue acque le lenzuola  battendole con grossi sassi. Mentre noi bambini giocavamo vocianti inseguendo girini e libellule. Ma allo stesso tempo, sacro perché teatro di morte. Quando l’indicibile violenza delle sue acque in piena, dopo piogge abbondanti nell’entroterra, rapì e uccise povere persone e ignare bestie.

È giusto denunciare il degrado di un luogo così importante per la nostra identità. Così come è altrettanto giusto confrontarsi su posizioni diverse. Lo scopo condiviso è riuscire a preservare il fiume Tesino per le generazioni future. Affinché possano ancora identificarsi, come fortunatamente è accaduto a noi, con le sue acque, le molli melme, i sassi arrotondati, le piante e gli animali che lo popolano.

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Fiume Tesino