Inaugurato Civico Verde Grottammare: «Un importante tassello per l’economia circolare»

di REDAZIONE –

Laboratori su due filiere sostenibili: a Grottammare si impara il riciclo di vecchi capi d’abbigliamento e la creazione di saponi da oli esausti. Legambiente Marche: «Un importante tassello per rendere sempre più concreta l’economia circolare nella nostra regione. Vogliamo incoraggiare amministratori e soprattutto giovani a sostenere e spingere insieme a noi in questa direzione» –

GROTTAMMARE – Nasce nelle Marche, nella città di Grottammare, il primo spazio dedicato all’incontro tra economia civile, economia circolare e inclusione sociale. Si chiama Civico Verde Grottammare, ed è uno tra i 16 Ri-Hub di Ecco (Economie Circolari di COmunità), progetto finanziato dal Ministero del Lavoro e promosso da Legambiente con l’obiettivo di promuovere e sviluppare l’economia circolare sia su scala nazionale che a livello locale. I Ri-hub di Ecco, disseminati in 13 regioni italiane, sono spazi in cui sviluppare vere e proprie “filiere ecosostenibili”, non solo per ridurre i rifiuti e incentivare il riuso, ma soprattutto per favorire lo sviluppo di nuove competenze. Lo spazio, inaugurato il 7 settembre, è stato donato dal Comune di Grottammare, e parte dalla particolare attenzione alle tematiche socio-ambientali da parte dell’amministrazione comunale e dal forte desiderio di diventare primo distretto di economia civile nelle Marche.

L’inaugurazione è avvenuta alla presenza di una rete di associazioni, imprese, negozi e soggetti che si occupano di sociale e di sostenibilità ambientale nel territorio, tra cui Enrico Piergallini, Sindaco di Grottammare, Kessili De Berardinis, Coordinatrice progetto Ecco Marche, Marta Baldassarri di ètico – Sartoria Marchigiana, Gianluca Nicoletti di Nicoletti Servizi S.R.L., Giorgio Tanoni di Adriatica Oli S.R.L., Marco Ciarulli, Direttore Legambiente Marche e Francesca Pulcini, Presidente Legambiente Marche.

«Questo progetto rappresenta un importante tassello per rendere sempre più concreta l’economia circolare nella nostra regione. – commenta Francesca Pulcini, presidente Legambiente Marche – Il lavoro di preparazione che è stato svolto in questi mesi, di formazione e di crescita verso una consapevolezza ambientale ma anche di un modo differente di fare economia che riparte dall’inclusione, è l’unica via che abbiamo per rinsaldare la fiducia nella comunità, costruire nuove occasioni di sano sviluppo per i nostri territori, rispettando l’ambiente e costruendo coesione sociale. Questo progetto ha un valore ancora più forte in una regione che è stata apripista in tema di corretta gestione dei rifiuti e che ha sperimentato tante buone pratiche nei territori arrivando ad una media del 70% di raccolta differenziata».

L’evento si è concluso con la presentazione e l’avvio del Ri-Lab di Eco-sartoria marchigiano, un laboratorio pratico gratuito per imparare le basi del mestiere e applicarle al restyling e al riciclo di vecchi capi d’abbigliamento. È il secondo dei Ri-lab di Ecco, laboratori formativi pratici per sviluppare le filiere sostenibili individuate dal progetto e facilitare l’inclusione sociale. Il laboratorio nasce in collaborazione con èEtico, sartoria marchigiana di abbigliamento femminile e dall’approccio totalmente sostenibile. Un luogo in cui si realizzano vestiti con tessuti naturali, si colorano con inchiostri autoprodotti e si eseguono stampe vegetali. La filiera del tessile, una tra le due filiere individuate nel territorio marchigiano, mira a consapevolizzare contro la moda ”usa e getta” e mirare verso una moda più sostenibile.

«Il nostro obiettivo è informare e sensibilizzare le persone sull’impatto dell’industria tessile a livello mondiale per tasso di inquinamento ambientale e sulle condizioni dei lavoratori nei paesi poveri» dichiara Kessili de Bernardis, coordinatrice del progetto Ecco nelle Marche «Per questa filiera abbiamo stipulato un protocollo d’intesa con la Nicoletti S.r.l., azienda che si occupa di raccogliere il vestiario usato in parecchi comuni della nostra regione e lo fornirà, igienizzato da poter trasformare o rigenerare». Una volta terminato il corso, l’idea è quella di realizzare con i partecipanti che lo desiderano un percorso di project work per sviluppare idee, cercare di creare un prodotto o un’attività di riparazione. L’obiettivo è quello di riuscire a reintegrare giovani e persone che vivono in condizioni di marginalità nel mondo del lavoro attraverso nuove competenze verdi, sempre più richieste dal mercato del lavoro.

Secondo le ultime previsioni di Unioncamere-Anpal, aggiornate a febbraio 2020, i posti di lavoro destinati alle professioni legate all’economia circolare sono 1 milione, 672mila e 310. Il dato, rilevato appena prima della crisi sanitaria, dimostra una grande mobilità in ingresso anche nella filiera del tessile: sono 16.120 i posti di lavoro italiani destinati ai sarti, dei quali l’11% destinati ai giovani e il 38% agli immigrati. Inoltre, l’analisi include 2.090 posizioni destinate a tessitori e maglieristi, tra cui il 19,0% di giovani e il 15,2% di immigrati.

Il progetto Ecco punta alla riparazione e al recupero di beni come ai settori e ai temi che avranno maggiore possibilità di sviluppo nel prossimo futuro.  Anche il settore del riuso ha una sua fondamentale importanza, se si considera l’aumento sia di franchising che di piccole attività che puntano sul mercato della ‘seconda mano’. Secondo l’Osservatorio Second Hand Economy, il valore generato dalla compravendita dell’usato in Italia è pari a 23 miliardi di euro. La seconda filiera individuata dal polo di Grottammare punta infatti sull’autoproduzione. Nello specifico, grazie a un protocollo di intesa firmato con Adriatica Oli srl., che fornirà oli vegetali esausti filtrati e depurati è previsto un corso che metta al centro il recupero di oli vegetali per la produzione di saponi.  Le due filiere sono state scelte di comune accordo con l’Assessorato alle politiche ambientali e l’Assessorato alle politiche sociali.

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