Il Monte Sibilla nel mirino di vandali dissennati

Le due scritte sulla Sibilla (foto di Elio Rocco)

di AMERICO MARCONI –

La brutta storia che mi accingo a raccontare ha inizio poco dopo la metà luglio e si svolge sul Monte Sibilla, il rilievo che dà il nome all’intera catena dei Monti Sibillini. Qualcuno, salito oltre i 2000 metri ai resti della grotta della Sibilla, con un oggetto acuminato incide, sotto la scritta storica (A)V P 1378, un’altra scritta. Chiara e leggibile: VITRIOL. Girano foto, sono avvertiti gli amministratori del Comune di Montemonaco. Passano quindici giorni e qualcun altro con una bomboletta spray di colore azzurro disegna sei enormi frecce sulle rocce prima della Corona. Il doppio misfatto è bello che compiuto. Tutti ne parlano.

La scritta storica venne alla luce, nella spedizione che salì verso la grotta della Sibilla, il 1 luglio 1953. Organizzata da Domenico Falzetti e Fernand Desonay, un filologo belga che aveva tradotto dal francese antico il manoscritto Le Paradis de la Reine Sybille / Il Paradiso della Regina Sibilla di Antoine de La Sale. Con loro c’erano altre diciassette persone tra cui Giovanni Annibaldi, soprintendente alle antichità alle Marche, e il colonnello Emidio Santanchè, rabdomante. Riguardo all’incisione Falzetti scrisse:«Su una grossa pietra si trovò una data di grande importanza. Alle lettere AV unite a monogramma seguiva una P e dopo il numero 1378 scritto a cifre arabe alla maniera del tempo».

Falzetti non aveva dubbi: la data fu realizzata dal cavaliere tedesco che si calò col suo scudiero nel regno della Sibilla, rimanendoci per sempre. A leggere l’opera di Antoine de La Sale quella data indica invece l’inizio dello Scisma d’Occidente, quando la Chiesa cattolica fu lacerata dalla coesistenza di due papi. Autori contemporanei ci vedono l’anno di nascita di Christian Rosenkreuz, un esoterista tedesco fondatore dell’ordine dei Rosacroce. Credo che così la pensi pure il dissennato incisore dell’attuale VITRIOL. Acronimo che sta per: Visita Interiora Terrae Rectificando Invenies Occultum Lapidem, motto rosacrociano. Ma l’esecutore sappia che quella pietra nascosta costituisce un premio per chi è moralmente irreprensibile. Non per chi graffia rocce e rovina un patrimonio storico culturale.

In questi giorni poi arriva l’altro (o lo stesso?) a spruzzare enormi frecce azzurre che sembrano indicare una direzione. A questo punto la sindaca di Montemonaco Francesca Grilli, attenta ai valori e alle bellezze del territorio, ha preso una netta posizione di biasimo denunciando alle autorità giudiziarie l’accaduto. Noi non possiamo che rimanere amareggiati e pensosi. E ci chiediamo il perché di tutto questo. Ma non c’è risposta che giustifichi atti vandalici compiuti contro simboli. In questo caso il simbolo è la montagna Sibilla che riunisce la terra – con storie e leggende di uomini e donne – al cielo, dove abita la limpida speranza del futuro.

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Frecce sulla Sibilla