Premio Strega, in viaggio verso la finale. “La nuova stagione” di Silvia Ballestra

di ELIANA NARCISI (ELIANA ENNE) –

Più che un romanzo, un viaggio del cuore a ritroso nel tempo percorrendo la strada della memoria e del cambiamento generazionale. Una storia di donne deluse e tradite, chiamate a sbrigare una questione puramente materiale e che, invece, si trovano a riscoprire le proprie radici e a condividere un sentimento di sorellanza. Sullo sfondo, le terre marchigiane ai piedi dei Monti Sibillini e i paesi che tanto hanno sofferto le conseguenze del terremoto del 2016. Una realtà bucolica con le sue regole, le tradizioni, le leggende, i dialetti.

Con una prosa scorrevole e a tratti ironica, l’autrice racconta la storia delle sorelle Olga e Nadia Gentili che, insieme alla madre Liliana, un’anziana donna ipocondriaca e spendacciona, tornano nelle Marche per vendere i terreni della Valferonia ereditati dal defunto padre. Nadia era poco più che ventenne quando aveva mollato gli studi per seguire la passione per la musica e per il fidanzato, che l’aveva convinta a trasferirsi con la sua band a Londra. Scoperte le sue infedeltà, la giovane aveva fatto ritorno in Italia e, anni dopo, aperto una scuola di musica insieme al nuovo compagno Maurizio. Ma anche lui ne tradirà la fiducia, sia pure per motivazioni differenti. Olga invece si occupa di grafica. É sposata con Lorenzo, architetto fiorentino con cui condivide casa e figli ma che da anni mantiene una relazione con una stagista.

Un ritorno alla terra da cui Nadia e Olga hanno sempre creduto che il padre le avesse invitate a prendere le distanze per puro maschilismo. E invece la vendita rivelerà una realtà molto più complessa fatta anche di donne che, per contrasti familiari ed economici, venivano sfruttate, minacciate, picchiate, rinchiuse in manicomio, uccise. Una realtà dominata da cinici mezzadri che rubano piante e pagano una miseria per l’affitto, geometri emissari di discutibili acquirenti, un Consorzio di bonifica che spreme tasse troppo elevate rispetto ai magri guadagni e le palme, un tempo orgoglio di questa Regione e oggi un problema per via del punteruolo rosso. Una realtà amara in cui la terra, alla luce della crescente globalizzazione dei mercati, può rivelarsi appetibile non più per la coltivazione, quanto piuttosto per la realizzazione di discariche abusive o depositi interrati di gas.

Dunque era questo, il diventare definitivamente adulte (…) disperarsi per una lettera d’esproprio invece che per una lettera d’amore finito. Farsi battere il cuore per un pagamento andato a incasso invece che per la voce di quel tipo così affascinante. Piangere per colpa di uno sconosciuto geometra di Collesailcavolo invece che per la partenza di un fidanzato. Stare sveglie la notte per il terrore di aver sbagliato a mettere una firma su un pezzo di carta e non per quella telefonata dell’amato attesa per ore e mai arrivata.

Una cartolina scritta da chi tanto tempo fa ha scelto di allontanarsi da questa Regione e che ora guarda con profondo amore, ma senza nostalgia.

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